esimio rev
abbi la compiacenza di perdonare ad un canuto motociclista
l'ardire lessicale e l'improvvida sintassi, concedimi le mie
piccole acrobazie verbali e qualche rocambolesca metafora,
altri baciati dal dono della sintesi (dot speed) hanno catechizzato
nei dovuti modi il tuo espettorato questionario,
per quanto mi concerne, avendo la fortuna di poter
disporre liberamente del mio tempo, le eventuali ore
snocciolate sulla tastiera non vanno a detrazione del tuo sonno
ne' di altre tue attivita' di qualsivoglia natura.
parimenti mi dolgo che l'effetto lettura delle mie rotulanti note
abbia qualche negativa influenza sulla palpebra opposta
alla narice occupata dal dito, per questo ti consiglio una migliore areazione
onde nell'affluir di fresco sangue esser ben desto,
ora veniamo a noi:
mi pregio non essere alla moda ne di seguirla ne di imporla,
sono qua' per leggere pensare e meditare,
non chiedo a nessuno impegno diverso dal mio
cosi' come di tutto questo posso riderne e scherzarci di gusto
non ho da definire per nessuno le sue modalita'
d'accesso e fruizione,
francamente indisposto da una tua certa supponenza ho inizialmente
quotato il conte perche' indispettito dal tuo disinvolto sostantivare uomini e miti che nella vita ho amato, apprezzato e sempre rispettato,
ma non e' questa la ragione per cui mi sono messo a giocare con i miei balocchi verbali
il vero motivo mi e' venuto fuori dopo un breve passaggio nella tua "casetta di sonati sonatori" e devo francamente dire che non ne condivido l'assunto generale, non mi piace lo stile, non ho apprezzato architettura generale della magione, certo che li sarai il capo, vero che farai che ti pare, sicuramente avrai la tua corte adorante, i tuoi saltimbanchi, i perfidi consigleri,
i lanzichenecchi e una muta di feroci mastini, lo dici chiaro, lo dici forte,
lo confermi da padrone, bene, se e' sacrosanto che a casa tua fai il che, il come e il quando caxxo ti pare, detto questo, conosciuto l'indirizzo, non c'e' pericolo che io bussi, piuttosto occhio alle museruole che a volte i cani ringhiosi moccicano pure i padroni.
diverso e che tu venga qua' a tentare un'audace esportazione
non tanto di regole comunque condivise e certamente necessarie,
quanto a stabilire d'imperio, assiso su un balcone,
le mani ai fianchi, il mento volitivo ostentatamente di fresco rasato
e nell'apostrofarci tutti, con la mano tesa accarezzarci bonario le testoline,
soppesando il tuo bel gregge da mungere e rasare,
come sai c'e' sempre una pecora nera,
com'e' evidente che sempre qualcuno ti si puo' mettere di traverso,
io sono la tua nuova sventura e qua lo dico tranquillo siamo alla pari