Non ho seguito molto le vicende elettorali romane (trovo insopportabile che se ne faccia questione politica nazionale), tuttavia mi ha colpito la derisione dell'idea di funivia urbana che ho vagamente sentito, come fosse una dabbenaggine insensata.
Tecnicamente non è affatto una sciocchezza; se poi si voglia ritenerla tale perché espressa da l'uno o l'altro esponente politico, che inevitabilmente non può far altro che gettarla in pasto alla gente come boutade sensazionalistica, non è certo colpa della tecnica del trasporto su fune.
Di sicuro c'è solo che a Roma il problema dei trasporti richiede, prima di ogni nuovo progetto, il cambiare le abitudini sbagliate ed incivili (non dolose a prescindere, beninteso) di chi ci vive: da un lato sfruttando a dovere i servizi e le infrastrutture esistenti, rendendoli competitivi al trasporto privato ed incentivandone dunque l'utilizzo, dall'altro assicurando che le regole valgano sempre e per tutti.
Un'altra opera, anche la più raffinata ed efficiente, buttata a cazzo di cane in quell'immondezzaio di viabilità sarebbe solo l'ennesimo sacco in un bidone già pieno.