il buono pasto nasce come succedaneo della mensa aziendale... l'uovo di colombo per tante ( non tutte ovviamente ) aziende e enti che, a fronte di obblighi contrattuali che prevedono che un cristiano abbia a nutrirsi, eliminano alla fonte il problema di doversi dotare dell'infrastruttura mensa e del relativo personale e comunque di tutti i cazzi connessi al fatto di dover fornire del cibo ai propri salariati che, anche utilizzando soggetti terzi, è fonte di problemi gestionali da seguire ( gradimento, salubrità, locali adeguati al consumo, pulizia degli stessi ecc ) e sovente è lo strumento che permette di aggirare l'ipocrisia contrattuale, che ritengo nel 2019 un residuato bellico, dove " il diritto alla mesa non è monetizzabile"
le società che gestiscono i buoni pasto ovviamente sono quelle che ci guadagnano di più
però anche chi li accetta, a fronte di un ricavo leggermente inferiore e dilazionato nel tempo, vede ampliarsi esponenzialmente la platea di potenziali consumatori
e anche chi li riceve ed è in grado di alimentarsi senza utilizzarli giornalmente ( dove azienda, tempi e luoghi lo consentono ovviamente ) si ritrova un piccolo capitale in carta straccia che magicamente alla cassa del market che li accetta si trasforma in moneta sonante
ci guadagnano tutti ? forse, io ci faccio spesso la spesa ma al loro posto preferirei un paio di fogli da 100 in più ogni mese.
in merito alla domanda iniziale, no, non mi è mai capitato che qualduno pretenda ulteriore spesa in moneta per accettare la parte in buono pasto... delle altre restrizioni hanno già parlato altri e penso siano frutto delle imperscrutabili modalità che assumono i singoli soggetti accettatori![]()