Questo io lo so! Io lo so. :rolleyes:
(O almeno l'ho letto da qualche parte che ritenevo autorevole.)
Negli altri paesi le intercettazioni (udite udite) vengono affibbiate a organi privati, quindi non sono paragonabili nel numero quelle della polizia statele perchè si affidano a società che non vengono conteggiate nelle statistiche degli organi dello stato.
(Inoltre questo aspetto dal mio punto di vista è pessimo, perché un conto è che un magistrato (istituzionalmente riconosciuto dallo stato) abbiamo in mano delle registrazioni, un conto sono le informazioni date in mano ad un pincopallino qualunque.)
Il numero di intercettazioni sbandierato a destra e a manca, è il numero di decreti richiesti per fare partire le indagini sulle utenze telefoniche, non sulle persone indagate (se uno ha due schede telefoniche distinte, un fisso, un numero d'ufficio sono già da sole 4 utenze).
C'è chi si è posto il problema dei soldi spesi, ed in parte ha risolto (la procura di Bolzano): il punto è che negli altri stati gli operatori telefonici sono concessionari dello stato quindi non possono pretendere denaro per le indagini - le aziende telefoniche italiane lo fanno. :dry:
Per la cronaca, io non citerei ogni 3x2 l'Art. 15 della Costituzione (ricordiamo che molti politici la vogliono smantellare, ma è uno dei più illuminati scritti post-seconda guerra mondiale per quello che riguarda la società civile): dice una cosa che già si sapeva: nessun organo di polizia, nemmeno i servizi segreti, possono procedere legalmente con intercettazioni senza l'esplicito consenso di un Giudice.
Per evitare quindi che a un PM tiri il culo e gli venga da intercettare a destra e manca, c'è già una regolamentazione - la privacy in questo senso è/era tutelata.
Il codice di procedura penale (
articoli 266,267,268,269) già regolamenta i termini d'uso con procedure per richieste e scadenze relative (ogni 15 giorni, articolo 267-3 CPP al link che vi ho dato poco sopra).
Ora la normativa proposta nel DDL è particolarmente ridicola (leggendo anche l'articolo che tu hai postato), perchè dall'inizio dell'intercettazione passa un numero di giorni limitato e poi non è più possibile prorogare.
Quindi se un'operazione criminale viene interrotta e ripresa in un futuro, oppure dura più del dovuto, bisogna SPERARE che ci siano prove sufficienti accumulate in quel preciso lasso di tempo, oppure concludere le intercettazioni.
Considerando che queste vengono usate come prove quando una persona è già indagata, è ovvio che si riduce di molto l'efficacia dell'indagine, specialmente in quelle ramificate e complesse.
Il problema ribadisco è la stampa. E' sicuro che in Italia i giornali abbiano esagerato, e più che altro il problema sta lì - i politici, benchè delinquenti, sono persone "normali" con in più uno status, quindi dovrebbero avere anche gli stessi diritti dei cittadini comuni.
Gli articoli 114-115 del CPP regolamentano l'aspetto della diffusione dei dati.
Insomma,
stanno castrando uno strumento utile, invece che limitarne l'abuso. Questo non è buono.