Originariamente Scritto da
Blackdog
Non posso commentare la scelta di un caro amico, che per giunta ho avuto la sventura e la paura di vedere sdraiato e di accompagnare in ospedale.
Ne avevo raccolto delle mezze intenzioni già la sera dell'incidente e io stesso mi sono fermato a riflettere.
Luca ha ragione: con tutta la buona volontà e il buon senso, è impossibile eliminare il rischio di andare in moto. E non ci sono in ballo solo i nostri sentimenti, il nostro eventuale dolore, le nostre possibili ferite. Ci sono le preoccupazioni di coloro ai quali vogliamo bene e a cui vogliamo, dobbiamo assicurare un futuro.
Solo che io, pur alla luce di questi ragionamenti, non ce la faccio. Andare in moto mi piace troppo. Di più: mi piace andare in moto su strada. Idealmente, il viaggiare in moto - al netto della scomodità relativa - la ritengo la quintessenza della scoperta, dell'emozione, della libertà. Non trascuro la pista, mi piace, è adrenalinica al massimo. Ma la ritengo una dimensione troppo limitata.
Non credo smetteró, non ora almeno. Paradossalmente, mi sento più libero ora a 55 anni che a 35 (già avevo due figli e dieci anni di matrimonio).
Sono egoista? Forse.
Forse mi sento "agli ultimi fuochi", forse non voglio sprecare questi anni dopo i quali la passione potrebbe non essere più sufficiente per fare quello che faccio ora e la decisione potrebbe non essere più la mia.
Usciró ancora in moto, amico mio, con gli altri di GDE o da solo. Non sarà lo stesso, temo.
Ma un po' sarai con me, con noi, tra noi.
Intanto ti abbraccio virtualmente; domani o dopo passo a romperti i coglioni in ospedale.