Casey Stoner si è sentito abbandonato dalla Ducati. E’ questo ciò che il due volte campione del mondo, ritiratosi nel 2012 a 28 anni scrive nella sua autobiografia “Pushing the limits” pubblicata da Hachette Australia ed uscita nella terra dei canguri proprio in questi ultimi giorni. Il fuoriclasse australiano si è sentito tradito quando la Ducati invece di proteggerlo nel momento di maggiore difficoltà nel 2009, quando è stato costretto a saltare tre gare per “misteriosi” problemi di natura fisica lo ha messo in discussione, scaricandolo e facendogli maturare la voglia di cambiare aria, accettando la corte del team HRC.
“STAVO MALE MA DUCATI DUBITAVA DI ME” - “All’inizio della stagione 2009 ero più forte che mai - racconta Stoner, in un brano estratto dall'autobiografia e pubblicato in esclusiva da Fox Sports Australia - Avevamo avuto alcuni problemi iniziali con la nuova Ducati, ma eravamo riusciti a risolverli in breve tempo. Eravamo fiduciosi di poter rivincere il campionato. Poi qualcosa ha cominciato ad andare male e non riuscivo a capire il perchè. Dopo la gara del Mugello ero molto più stanco di quanto lo fossi mai stato prima. Ero rimasto sorpreso perché ero ben allenato, quindi non capivo. A Barcellona poi dopo il warm up ero sfinito, mi sentivo talmente stanco da dover tornare a letto per due ore. A Barcellona poi dopo il warm up ero sfinito. Un minuto stavo bene e poi improvvisamente ho avuto un calo delle forze. Sono riuscito a finire la gara ma nel parco chiuso quasi non riuscivo a scendere dalla moto. Non riuscivo a camminare o parlare, volevo solo vomitare. Avevo visto i medici in merito ad alcuni sintomi di stanchezza nel 2006. Mi avevano detto che era dovuta ad una combinazione data dalla mia dieta e del mio programma fitto di appuntamenti. Ho cominciato a bere bevande di recupero a base di latte e siero di latte in polvere e la mia condizione è peggiorata ancora più rapidamente. Nessuno riusciva a capire e in Ducati non erano felici e questo lo sentivo, ma quando hanno iniziato a fare annunci su mia condizione senza il mio consenso, mi hanno veramente deluso. Avevamo vinto un titolo insieme, fino a Barcellona ero in testa al campionato. Nel momento del bisogno hanno iniziato a parlare dubitando del mio livello di preparazione, ma nessuno di loro aveva idea di cosa stavo passando. Quando hanno saputo che sarei tornato in Australia (per effettuare ulteriori esami, saltando le gare di Brno, Indianapolis e Misano) non hanno gradito e ho ricevuto una email da Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Corse, che fondamentalmente diceva, “Spero che non ti aspetti di essere pagato per questo”. E’ stato molto deludente non avere il sostegno dei miei datori di lavoro durante uno dei momenti più difficili della mia vita. Ma sapevo che se non avessi affrontato alla radice il problema che mi tormentava avrei potuto dire addio alla mia carriera”.


“QUELL’OFFERTA A LORENZO...” – La goccia che ha fatto traboccare il vaso a un rapporto logoro però è stata un’offerta monstre che la casa di Borgo Panigale ha fatto mentre Stoner era in difficoltà: “Mentre ero via hanno offerto a Jorge Lorenzo un contratto per il doppio del denaro. Mi avevano detto quando avevamo firmato per il 2009 e il 2010 che non avevano più soldi, nè per me nè per lo sviluppo ed improvvisamente potevano permettersi di sborsare così tanto per un altro pilota? Considerando quello che avevamo realizzato insieme, stentavo a crederci. Mi sono sentito pugnalato alle spalle dalla gente di cui mi fidavo e che avrebbe dovuto fidarsi di me”, chiosa Stoner che continua spiegando come il suo calo fisico fosse dovuto a un’intolleranza alle bevande a base di lattosio. Eliminata dalla dieta questi alimenti Stoner è tornato ad essere il campione di sempre voglioso di vincere per se stesso più che per la squadra: “Una cosa mi era chiara, volevo vincere per me e per la mia squadra, ma non per l’azienda. Avevo quasi deciso di continuare con la Ducati e anche se mi avevano proposto un nuovo contratto per il 2011 e il 2012, avrebbero dovuto fare un gesto molto più grande per farmi restare. Ho detto cosa avrei voluto, gli ho dato diversi mesi, ma non è successo niente. A quel punto ho capito che era finita e nella seconda gara del 2010 ho firmato per la Honda”.
In Ducati queste cose le hanno fatte....stavolta Stoner ha ragione.