Ecco che alla fine ci siamo, ce l'hanno fatta (doppio senso: ce l'hanno fatta LORO e ce l'hanno fatta A NOI).
La manovra è passata al senato ed è a questo punto alquanto remoto che alla camera non passi. Quindi, dobbiamo darla per definitiva. Giusto?
Ecco, i punti principali evidenziati dai titoli di testa sono:
- Aumento dell'IVA dal 20% al 21%
- Contributo di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 300 mila € annui.
Il previsto taglio degli stipendi dei parlamentari è stato ridotto e l'evasione fiscale è stata depenalizzata: l'importante è che l'evasione non superi un tot del Giro d'Affari.
Praticamente, i lavoratori dipendenti (ora licenziabili grazie all'art. 8), continuano a pagare prima ancora di aver visto i soldi, e in qualità di consumatori si vedono aumentati dell'1% tutti i beni e i servizi, anche i primari. Per le imprese, e per tutti quelli che in generale posso detrarre l'IVA, l'aumento dell'1% comporta un differenziale quasi nullo. Sarebbe stato molto più intelligente -ad esempio- modificare la % di detraibilità dell'IVA per una parte delle spese di un'azienda (ad esempio per alcune voci di Spese Generali dove l'impresa, di fatto, ha un ruolo di consumatore finale e quindi non rappresentano una spesa direttamente destinata alla produzione di beni e/o servizi).
Complimenti ancora una volta.