Harley Davidson verso la chiusura
UN'INCHIESTA DEL NEW YORK TIMES RACCONTA LE DIFFICOLTÀ DELLA LA MOTO DI EASY RIDER
La Harley Davidson è in crisi anche d'identità
«Nessuno spende più di 20mila dollari per ciò che, alla fine, non è altro che un grosso giocattolo»
Bush in sella a una Harley (Ap)NEW YORK – È la moto immortalata da Easy Rider, il film di Dennis Hopper, con Peter Fonda e Jack Nicholson, che ha definito i baby boomer: la generazione dei figli dei fiori, di Woodstock e delle marce contro la guerra del Vietnam. Ma negli ultimi anni la Harley-Davidson è in crisi, non solo di vendite, ma soprattutto di identità. Al punto da rischiare di scomparire.
A lanciare l’allarme, in un lungo articolo nell’edizione domenicale, è il New York Times. «In 33 anni di lavoro non avevo mai visto nulla del genere», racconta al Times il 79enne Spuck Bennett, un rivenditore autorizzato del Maryland che per far quadrare i bilanci è stato costretto a licenziare 7 dei suoi 49 impiegati. Dopo decenni di profitti stellari, la Harley-Davidson si ritrova improvvisamente in crisi.
«I suoi utenti più fedeli sono baby boomer coi capelli ormai grigi, i cui risparmi sono stati bruciati dal crollo delle borse», teorizza il quotidiano newyorchese secondo cui oggi ben pochi di loro hanno voglia di spendere 20.000 dollari e passa per ciò che, alla fine, non è altro che un grosso giocattolo». Il dilemma della compagnia? Non essere riuscita ad attrarre i giovani.
Un motoraduno di Harley (Ap)CROLLO DEI PROFITTI - I numeri parlano da soli. L’anno scorso i profitti della H-D sono crollati del 30%, mentre i debiti sono lievitati a oltre 80 milioni di dollari, con un cedimento in borsa pari al 70%. Certo, non è la prima volta che la mitica compagnia fondata nel 1901 a Milwaukee - quando William Harley, di 21 anni, e Arthur Davidson, di 20, costruirono un prototipo di una bicicletta motorizzata - si trova nei guai.
Dopo essere sopravvissuta alla Grande Depressione e al grande sbarco delle giapponesi Honda e Kawasaki in Usa negli anni 70, nel 1985 la Harley-Davidson rischiò per un soffio la bancarotta. A risollevarne le sorti, negli ultimi anni, è stata proprio la generazione di Easy Rider, ansiosa di ricatturare il brivido della propria gioventù. «Quando compri una H-D, diventi automaticamente un membro di una grande famiglia di fan sfegatati — teorizza il Times – che comprende gente con i tatuaggi e i capelli lunghi ma anche dottori e avvocati».
CRISI D'IDENTITA' - E se l’oltre un milione di iscritti all’Harley Owners Group Program raccoglie da sempre i gruppi socio-economici più eterogenei (dal neurochirurgo al bidello), questa filosofia egualitaria ed inclusiva che non ha mai avuto bisogno di spot pubblicitari a pagamento, oggi non basta più. «Nessuno ha saputo interpretare meglio di loro le istanze etico-morali e i sogni dei babyboomer – spiega Gregory Carpenter, docente di marketing alla Northwestern University, ma per crescere e prosperare devono creare lo stesso legame emotivo profondo anche con i giovani».
La generazione di Jane Fonda e Dennis Hopper ha raggiunto la pensione e pensa più agli acciacchi che non a comperare una nuova due ruote da corsa. E i loro figli - e nipoti - non hanno mai neppure visto quel film.
Alessandra Farkas
23 marzo 2009
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Originariamente Scritto da DocHollyday
