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TheKing
Non sono pienamente daccordo sul fatto che il controllo delle nascite sia superfluo nella società occidentale: se ci guardiamo indietro di soli 50 anni ritroviamo famiglie così numerose da poter mettere su due squadre di basket senza grande sforzo... L'attuale inversione demografica penso che sia da imputare a fattorio socio(e soprattutto)economici: dopo un periodo di grandissima espansione economica e demografica, si ha avuto un periodo di recessione nerissima che ancora ci portiamo dietro, al quale è corrisposto un calo delle nascite tali da spingire alcuni governi occidentali ad incitare le famiglie ad avere una prole superiore alla media tramite assegni mensili e/o detrazioni fiscali.
Hai ragione su questo. Mi sono espresso male. Quello che volevo dire è che nel mondo occidentale non c'è bisogno del controllo delle nascite perchè di fatto la crescita è ormai zero, o poco più, o poco meno, a seconda dei paesi. Certo che se in Italia avessimo continuato come negli anni 50, ora saremmo 150 milioni invece di 60 ed avremmo un reale problema in più da affrontare.
Non che l'invecchiamento della popolazione non sia comunque un problema, ma è di sicuro un problema più facile da affrontare della sovrappolazione.

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TheKing
Il fenomeno inverso, invece, si sta avendo in quell'impero economico in ascesa fortissima che è la Cina.
Questo, poi, è il mio pensiero che di certo non sono un esperto del settore.
In Cina il controllo sulle nascite è fortissimo. È senz'altro qualcosa di odioso, ma lì hanno capito che è una necessità inevitabile. Occorrebbe che lo si capissa subito, altrove. Prima lo si fa, meno drastiche sono le misure che occorre prendere.

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TheKing
PS: Toccando il discorso della mentalità che sta dietro a certe "organizzazioni" penso che andiamo estremamente OT, anche se penso che la nostra visione della cosa è molto simile e non mi dispiacerebbe scambiare due chiacchere con te al riguardo.

Estremamente OT: hai perfettamente ragione. A volte mi lascio un po' prendere la mano, ma certe cose così sciocche e contemporaneamente così gravide di conseguenze mi colpiscono profondamente.

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alessandro2804
L’animale non ha una volontà, la differenza tra l’animale e l’uomo è che il primo reagisce l’altro agisce, sono due aspetti molto diversi, l’uomo ha un intenzionalità e astenersi nell’agire è sempre un' azione volontaria, anche l’assassino agisce se pur per uno scopo senza senso, il requisito essenziale dell’essere umano è scegliere deliberatamente la propria azione .
Stai facendo una distinzione "linguistica" che non ha nessun senso. Gli animali "superiori" (quelli con il sistema nervoso complesso) hanno intenzionalità e volontà esattamente come l'uomo. Di nuovo, la differenza è solo quantitativa.
Inoltre, qualsiasi differenza qualitativa è semplicemente impossibile alla luce dell'evoluzione.

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alessandro2804
L’uomo a differenza di un animale anche se tende a seguire l’istinto come gli animali è capace di contrastare l’impulso,istinto che richiede urgentemente di essere soddisfatto, essendo capace di dominare i propri impulsi, istinti, riesce a razionalizzare il proprio comportamento, quindi a differenza degli animali aggiusta il suo comportamento deliberatamente, il fatto che il cane faccia la pipi su quell’albero anziche sull’altro non deriva da una scelta ma dal fatto che cede all’impulso che prevale al momento e giustamente come l’istinto alla riproduzione , al nutrimento ,all’aggressione sono innati e di immediata soddisfazione, l’uomo differentemente è capace di dominare l’istinto e impulsi immediati e arrangia le sue voglie in una scala ,Sceglie, in pratica agisce.
Anche in tal caso si tratta di gradazioni. Ci sono animali che scelgono certi comportamenti, che li inventano, che imparano e che sono capaci di figurarsi le conseguenze delle proprie azioni. Ci sono animali che usano un linguaggio (limitato, rispetto a quello umano) fra di loro, ed animali ai quali è stato insegnato l'uso di un linguaggio. È chiaro che si tratta di prestazioni limitate in confronto ai "parametri" umani, ma il punto è che in gioco ci sono esattamente gli stessi meccanismi neurologici. Nell'uomo sono soltanto più complessi.
Dire che le tue sono scelte, mentre quelle del cane o dello scimpanzè non lo sono, è, ribadisco, un artificio linguistico che poggia sull'aria fritta. In entrambi i casi, si tratta di una computazione del sistema nervoso. Il tuo ha 100 miliardi di neuroni ed è capace di computazioni più complesse e più articolate di quelle di uno scimpanzè, il cui cervello ha un decimo dei tuoi neuroni. Lo scimpanzè, a sua volta, è capace di computazioni più complesse e più articolate di quelle di un cane, il cui cervello ha un decimo dei neuroni dello scimpanzè. Ma il processo attraverso il quale ogni animale dotato di sistema nervoso complesso, uomo compreso, sceglie un comportamento, è sempre lo stesso: attraverso una computazione, un "calcolo", del suo sistema nervoso.
In particolare l'uomo, lo scimpanzè, il gorilla, l'orango, il bonobo, l'elefante, e molti cetacei, possiedono un sistema nervoso sufficientemente complesso da dar loro la capacità di riconoscersi allo specchio, di essere coscienti di se stessi e, probabilmente, di comprendere in qualche modo la propria morte e quella dei propri simili. Trovo che questa capacità fornisca il metro per considerare soggetti di diritto, oltre all'uomo, anche questi animali.

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TheKing
No, noi umani siamo solo animali che hanno avuto una fortunata serie eventi evoluzionistici che ci hanno permesso di avere un sistema nervoso più complesso rispetto a quello di altri animali. Niente di più, niente di meno.
Da incorniciare! Il punto lo esprime J. L. Monod (nobel nella medicina, 1960) ne "Il caso e la necessità" più lucidamente di ogni altro. Questi sono piccoli stralci:
Noi vogliamo essere necessari, inevitabili, ordinati da sempre. Tutte le religioni, quasi tutte le filosofie, perfino una parte della scienza, sono testimoni dell'instancabile, eroico sforzo dell'umanità che nega disperatamente la propria contingenza.
e ancora:
Dobbiamo tenerci sempre in guardia da questo senso così forte del destino. Il destino viene scritto nel momento stesso in cui si compie, e non prima. Il nostro non lo era prima della comparsa della specie umana [...] L'universo non stava per partorire la vita, né la biosfera l'uomo.
e ancora:
Fra tutti i concetti di natura scientifica, quello del caso distrugge più degli altri ogni antropocentismo ed è il più intuitivamente inaccettabile da parte di quegli esseri profondamente teleonomici che siamo noi.
Se non l'hai letto, lo consiglio caldamente, nonostante abbia ormai quasi 50 anni. Mentre lo leggi, avrai costantemente la sensazione di trovarti di fronte al lavoro di una mente superiore, di un genio. Ti farà sentir "piccolo", ma ti farà riflettere come nessun altro.