
Originariamente Scritto da
Loooop
Stai facendo una distinzione "linguistica" che non ha nessun senso. Gli animali "superiori" (quelli con il sistema nervoso complesso) hanno intenzionalità e volontà esattamente come l'uomo. Di nuovo, la differenza è solo quantitativa.
Inoltre, qualsiasi differenza qualitativa è semplicemente impossibile alla luce dell'evoluzione.
Anche in tal caso si tratta di gradazioni. Ci sono animali che scelgono certi comportamenti, che li inventano, che imparano e che sono capaci di figurarsi le conseguenze delle proprie azioni. Ci sono animali che usano un linguaggio (limitato, rispetto a quello umano) fra di loro, ed animali ai quali è stato insegnato l'uso di un linguaggio. È chiaro che si tratta di prestazioni limitate in confronto ai "parametri" umani, ma il punto è che in gioco ci sono esattamente gli stessi meccanismi neurologici. Nell'uomo sono soltanto più complessi.
Dire che le tue sono scelte, mentre quelle del cane o dello scimpanzè non lo sono, è, ribadisco, un artificio linguistico che poggia sull'aria fritta.
In entrambi i casi, si tratta di una computazione del sistema nervoso. Il tuo ha 100 miliardi di neuroni ed è capace di computazioni più complesse e più articolate di quelle di uno scimpanzè, il cui cervello ha un decimo dei tuoi neuroni. Lo scimpanzè, a sua volta, è capace di computazioni più complesse e più articolate di quelle di un cane, il cui cervello ha un decimo dei neuroni dello scimpanzè. Ma il processo attraverso il quale ogni animale dotato di sistema nervoso complesso, uomo compreso, sceglie un comportamento, è sempre lo stesso: attraverso una computazione, un "calcolo", del suo sistema nervoso.
In particolare l'uomo, lo scimpanzè, il gorilla, l'orango, il bonobo, l'elefante, e molti cetacei, possiedono un sistema nervoso sufficientemente complesso da dar loro la capacità di riconoscersi allo specchio, di essere coscienti di se stessi e, probabilmente, di comprendere in qualche modo la propria morte e quella dei propri simili. Trovo che questa capacità fornisca il metro per considerare soggetti di diritto, oltre all'uomo, anche questi animali.
Da incorniciare! Il punto lo esprime J. L. Monod (nobel nella medicina, 1960) ne "Il caso e la necessità" più lucidamente di ogni altro. Questi sono piccoli stralci:
Noi vogliamo essere necessari, inevitabili, ordinati da sempre. Tutte le religioni, quasi tutte le filosofie, perfino una parte della scienza, sono testimoni dell'instancabile, eroico sforzo dell'umanità che nega disperatamente la propria contingenza.
e ancora:
Dobbiamo tenerci sempre in guardia da questo senso così forte del destino. Il destino viene scritto nel momento stesso in cui si compie, e non prima. Il nostro non lo era prima della comparsa della specie umana [...] L'universo non stava per partorire la vita, né la biosfera l'uomo.
e ancora:
Fra tutti i concetti di natura scientifica, quello del caso distrugge più degli altri ogni antropocentismo ed è il più intuitivamente inaccettabile da parte di quegli esseri profondamente teleonomici che siamo noi.
Se non l'hai letto, lo consiglio caldamente, nonostante abbia ormai quasi 50 anni. Mentre lo leggi, avrai costantemente la sensazione di trovarti di fronte al lavoro di una mente superiore, di un genio. Ti farà sentir "piccolo", ma ti farà riflettere come nessun altro.