Vero, sarebbe la soluzione migliore. Purroppo, CREDO, stia diventando impraticabile.
Un bambino che non parla italiano io lo paragono ad un bambino problematico, che ha bisogno di un insegnante di sostegno (ovvio, non per tutto il percorso scolastico), purtroppo, però, mentre i bambini problematici sono sempre stati una certa quantità, i bambini che non parlano italiano, invece, stanno aumentando sempre più. Diventa difficile prevedere un insegnante di sostegno per tutti. Mentre un bambino problematico "tradizionale" ha bisogno di un insegnamento mirato, perchè ognuno ha le proprie specifiche esigenze, i bambini che non parlano italiano non hanno nessun deficit d'apprendimento ma, semplicemente, un problema comune e, quindi, non vedo perchè non possano fare un primo (o primi due) anno di scuola leggermente più impegnativo degl'altri, di modo che, successivamente, tutti si possano riunire.
Più impegnativo nel senso che fanno esattamente le stesse cose degl'altri e in più, imparano l'italiano.
Io non voglio isolare nessuno. E' ovvio che dei dubbi restino. Ma mi sembra la soluzione migliore.
Ma così va benissimo!
Però non ti sarebbe scocciato se tuo figlio fosse stato penalizzato nell'apprendimento a causa della non uniformità della lingua? E' un problema che hai dovuto affrontare? In ogni caso io non pongo nessun altro problema oltre a quello della lingua.