A me sarebbe bastato l'inizio per condividere ... perché é quello che a volte succede anche sul nostro forum ...
MOLTI si chiederanno come sia possibile che in Italia si manifesti per la libertà di stampa. Da noi non è compromessa come in Cina, a Cuba, in Birmania o in Iran. Ma oggi manifestare o alzare la propria voce in nome della libertà di stampa, vuol dire altro. Libertà di poter fare il proprio lavoro senza essere attaccati sul piano personale, senza un clima di minaccia. E persino senza che ogni opinione venga ridotta a semplice presa di parte, come fossimo in una guerra dove è impossibile ragionare oltre una logica di schieramento.
Le verre est un liquide lent
Tutto bello quello che ha scritto, teoricamente.
Ma non è corretto che con la scusa della "libertà di stampa" si utilizzino momenti privati ad uso e consumo della politica.
Un conto è fare dell'informazione seria a tutto campo. Un conto è accusare, erigersi a paladini della verità e dare giudizi.
Sta D'Addario dice di aver detto/fatto. Ma prima di una sentenza quello che dice lei è tutto e il contrario di tutto e perchè io devo prendere per vero quello che riporta repubblica come se fosse oro colato e non posso mettere in dubbio che quello che scrivono non lo scrivono per amore di verità ma perchè odiano una persona per cui qualsiasi mezzo è valido per sparare su questa persona?
Guarda che negli anni '70 di giornalisti così (guarda caso a sinistra) era piena la società.
Quelli che negavano dell'esistenza delle Brigate Rosse. Vatti a vedere un articolo apparso sul corriere con il titolo "Le sedicenti brigate rosse" l'articolo si teorizzava sul fatto che le brigate rosse in realtà non erano tali, erano persone che venivano comandate dai servizi segreti o erano fascisti che si definivano comunisti per screditare il pci.
Ora a quei tempi se qualcuno metteva in dubbio la veridicità di quell'articolo veniva tacciato di essere un fascista al soldo dei servizi e dello stato imperialista.
Ora si viene tacciati di essere berlusconiani.
Visto che citate Pier Paolo Pasolini:
Vi odio, cari studenti (Il Pci ai giovani!!)
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
è lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.
l’Espresso (n. 24, 16.6.68)
ti ripeto che dal momentoi che la prostituta del presidente viene candidata alle europee in cambio di favori sessuali,la cosa non è più privata ma diventa di interesse pubblico,e cmq non vedo perchè non si doveva dare spazio o intervistare la d'addario,se dice cazzate non lo stabiliamo noi,ma la giustizia,inoltre silvio aveva la possibilità di rispondere come ha fatto a modo suo,e perchè le sue parole devono essere considerate più veritiere di quelle della escort???
perchè lui il presidente del consiglio e lei una puttana??????