e poi sono quello che scrive idiozie....
Trattamento
Psicoterapia
Il disturbo di panico è reale e potenzialmente debilitante, ma può essere controllato con cure specifiche. A causa dei sintomi che accompagnano il disturbo di panico, può essere scambiato erroneamente per una cardiopatia o altre malattie mediche pericolose. Questo malinteso spesso aggrava o scatena attacchi futuri nelle persone disinformate. Spesso le persone vanno al pronto soccorso quando hanno un attacco di panico, e possono essere fatti test medici completi per escludere queste altre condizioni di salute.
Altri spesso cercano di rassicurare le persone che hanno un attacco di panico che non sono in un grande pericolo. Espressioni del tipo “niente di serio”, “tutto nella tua testa” o “niente di cui preoccuparsi” possono dare l'impressione che non vi è alcun problema reale e che la cura non sia possibile oppure non sia necessaria. Comunque, mentre i sintomi e la serietà del disturbo di panico è molto reale, la sensazione del panico o del morire che accompagnano molti attacchi di panico sono esagerate. Una notizia importante che molti medici danno a chi soffre di disturbo di panico è che mentre il corpo è sotto l'effetto di un attacco, non si è in pericolo di vita (a parte le reazioni supplementari come fare un incidente con la macchina, correre in mezzo al traffico, suicidarsi, ecc.). Dunque se chi soffre di disturbo di panico può anticipare un attacco e trovare un posto sicuro dove sfogare la crisi, vi sono pochi rischi immediati.
Psicoterapie appropriate condotte da un professionista esperto possono ridurre o prevenire gli attacchi di panico nel 70-90% di persone con disturbo di panico. La maggior parte dei pazienti mostrano un significativo progresso dopo poche settimane di terapia. Se si è scelta una terapia breve, possono capitare delle ricadute, ma spesso tali ricadute possono essere trattate come l'episodio iniziale.
In molti casi, un miglioramento significativo può essere già visto nelle prime settimane di terapia.
Oltre a tutto il resto, in alcuni casi le persone che soffrono di disturbo di panico possono avere bisogno di cure per altri problemi. La depressione clinica viene spesso associata con il disturbo di panico, così come l'alcolismo e l'abuso di sostanze. Circa il 30% delle persone che soffrono di disturbo di panico fanno uso di alcol e il 17% fanno uso di sostanze come cocaina o marijuana per alleviare l'angoscia e lo stress causati dalla propria condizione. Se viene intrapreso un percorso di terapia breve spetta al paziente la scelta di lavorare su altri sintomi concomitanti il problema degli Attacchi di panico e in questo caso il clinico dovrebbe occuparsi solo di quello che risulta più invalidante per il soggetto in quel momento; secondo questa prospettiva ci si aspetta che, una volta superato efficacemente il problema principale, la persona sperimenti un innalzamento del suo tono d'umore che si rifletterà positivamente in altri ambiti della vita.
Come spesso accade per tutte le forme strettamente correlate ai disturbi d'ansia, parte dei soggetti che soffrono del disturbo da attacco di panico, trovano nell'abuso di alcol un momentaneo apparente sollievo. Questa forma di "automedicamento" è in realtà responsabile, oltre ai rischi correlati all'abuso di alcolici, dell'acutizzarsi degli episodi di panico, tanto nella frequenza quanto nell'intensità oltre ad un generale peggioramento del quadro clinico. L'abuso di alcol, come quello di sostanze, è pertanto assolutamente da evitare.
Come per molti altri disturbi, avere una struttura di supporto o una famiglia e amici che sanno come affrontare la situazione può aiutare ad aumentare la rapidità di guarigione; ecco perché l'intervento può comprendere i famigliari o il partner del paziente. Meno indicati (nonostante la loro larga diffusione) i gruppi di auto/mutuo aiuto, nei quali spesso il sintomo viene amplificato dalla risonanza emotiva costituita dagli altri pazienti. Per questo motivo, i gruppi auto/mutuo aiuto dovrebbero essere sempre accompagnati o monitorati da psicoterapeuti esperti.
Terapia farmacologica [modifica]
La terapia farmacologica è prescrivibile in associazione alla psicoterapia là dove quest'ultima trova indicazione, valutati i casi soggetto per soggetto. Essa è solitamente rappresentata dagli ansiolitici benzodiazepinici a emivita = > alle 48 ore in abbinamento ad antidepressivi di nuova generazione (SSRI); a volte, e in seguito a valutazione specialistica, possono essere utilizzati anche gli antidepressivi triciclici (TCA}, buspirone e/o betabloccanti. Va ribadito che la terapia farmacologica deve tassativamente essere stabilita dal medico - possibilmente specialista - di concerto con il paziente, tenuto conto della sua storia personale pregressa (anamnesi patologica remota e recente), delle sue abitudini di vita, dell'età, della situazione familiare e di ogni altro elemento, soggettivo e oggettivo, che a giudizio del medico possa assumere rilievo a tali fini.
Una fra le molecole, facenti parte della famiglia degli (SSRI), che nei casi più gravi, in clinica, ha dimostrato la maggior efficacia nella cura del disturbo da panico, è la Paroxetina somministrata a dosi medio-alte (di norma 40 mg al giorno). A prescindere da questo dato oggettivo, sia il tipo di farmaco che la posologia, deve sempre essere necessariamente quella indicata dal medico.