la questione sulla validita' di questo appello e' dubbia:
Sta circolando da qualche tempo via e-mail una nuova segnalazione di pericolo riguardante le carte di credito, apparentemente garantita dalla Banca d'Italia e dalla Royal Bank of Canada: una volta tanto, non c'entra il loro uso su Internet, già attorniato da tali e tante paure da aver soffocato il commercio elettronico, ma una forma di truffa puramente telefonica.
L'appello ha un fondo di verità: il pericolo descritto è reale, ma i suoi garanti sono fasulli o involontari.
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I consigli dati dall'e-mail sono in sé validi: è indubbiamente pericolosissimo rivelare i codici sul retro della carta a sconosciuti che ci chiamano al telefono. Ma come farebbe un truffatore ad avere il numero di telefono del titolare della carta?
Procurarsi un numero di carta di credito non è difficile: basta sbirciare la carta di qualcuno al supermercato o in un negozio oppure usare un generatore di numeri di carta di credito (esistono programmi gratuiti che lo fanno). Anche il nome e cognome associati a quel numero sono abbastanza facili da ottenere, sempre sbirciando la carta o la sua ricevuta, nel caso di quelle a carta carbone che ancora si trovano in giro.
Ma da lì ad arrivare al numero di telefono, se il nome del titolare non è particolarmente raro (ehm), è piuttosto improbabile. In che città? In che stato?
In effetti esiste almeno un modo per ottenere tutte queste informazioni, e l'ho sperimentato personalmente, ma mi pare improbabile che si possa usarlo per truffe su vasta scala.
Ricordo infatti di essermi seduto nell'atrio di un bell'albergo in Inghilterra, qualche anno fa, dove un gentilissimo signore riceveva per telefono le prenotazioni e i relativi pagamenti. Per assicurarsi di avere i dati giusti (nome, cognome, carta di credito), li ripeteva al cliente. Ad alta voce. Naturalmente presi nota, puramente a titolo dimostrativo, e verificai che i dati erano validi. E lì mi fermai, prima che vi vengano idee strane.
Presso il sito della Royal Bank of Canada non ho trovato alcuna indicazione di quest'allarme, e il numero della Banca d'Italia citato come "garante" dell'allarme sembra valido. Ho contattato l'ufficio stampa della Banca d'Italia per avere maggiori dettagli e sono in attesa di risposta.
2010/02/13
Riprendo in mano quest'indagine perché a distanza di due anni l'appello continua a circolare. La Banca d'Italia non ha mai risposto. Tuttavia attraverso canali informali ho ricevuto conferma che nel 2008 esisteva realmente una Manuela Russo presso il Servizio Informazioni Sistema Creditizio ma non si occupava professionalmente di truffe tramite carte di credito. L'indirizzo postale mi è stato confermato come corretto.
Alcuni lettori mi hanno segnalato di aver contattato via mail la Russo, ottenendo una risposta che avvisa che l'appello in questione sta girando con i suoi riferimenti "in maniera del tutto arbitraria". La Russo ha dichiarato di non aver "mai scritto né diffuso questa mail". Un altro lettore segnala di aver scambiato mail con la Russo, che ha detto di aver ricevuto l'appello da "un [suo] amico poliziotto" e di averlo girato "all'interno dell'istituto" commettendo lo sbaglio di "dimenticare di togliere la firma che appare in automatico".
Sulla base di questi dati un po' contraddittori, sospetto che si tratti di un semplice garante involontario: una persona che ha ricevuto l'appello e l'ha inoltrato ad amici e colleghi per poi magari dimenticarsene, senza rendersi conto che gli estremi del proprio posto di lavoro, riportati in calce all'appello inoltrato, sono pertinenti all'argomento dell'appello e quindi sembrano essere una sua autenticazione autorevole.
Un altro esempio di garante involontario è la versione di quest'appello che circola "firmata" con gli estremi di un luogotenente del Nucleo Polizia Tributaria di Ferrara e diffusa da un mittente che risulta associato alla Guardia di Finanza.
Questo genere di invio di catene di sant'Antonio dall'indirizzo di mail del posto di lavoro causa spesso imbarazzi al datore di lavoro e guai alla persona citata come mittente. Di conseguenza è da evitare la loro diffusione, per non perpetuare il disagio delle organizzazioni e persone coinvolte. Questo non toglie che in questo specifico caso la sostanza dell'appello sia valida.
Attenti alla truffa della carta di credito!
meglio sempre controllare il sito di Paolo Attivissimo prima di diffondere allarmi (in buona fede, s'intende)