Ieri sera ad OttoeMezzo su La7 un immigrato raccontava tutto ciò che ha passato per venire qui... la parola "agghiacciante" non è all'altezza..
Un riassunto (che comunque non rende l'idea, se trovate il video e se vi interessa, guardatelo) lo traggo da qui:
http://www.giornalettismo.com/archiv...tareke-brhane/
Parlando della tragedia di Lampedusa, Tareke Bhrane anche lui immigrato, ritiene di essere molto fortunato ad essere riuscito a sbarcare in Italia. Tareke Brhane ha deciso di lasciare l’Eritrea perchè non vi erano le condizioni base per viverci, c’è un servizio militare a vita, possono ricattare la famiglia per far tornare i migranti a casa «andarsene dal proprio paese non è una scelta facile, devi abbandonare tutto. Mia madre non ha avuto la fortuna di andarsene, lei ha deciso di mettermi in sicurezza, investire su di me perchè ero giovane. Per viaggiare servono soldi ed è rischioso. Sono andato dall’Eritrea, al Sudan, alla Libia. Bisogna predere contatto con dei trafficanti che mettono le persone stipate in alcune jeep, bevendo acqua e benzina e mangiando acqua e farina. Le donne subiscono sempre delle violenze. Sei una merce. Il viaggio costa 300 dollari e ti portano al confine, poi vieni portato ad altri trafficanti per entrare in Libia. Se la tua ragazza o tua sorella vengono abusate durante il viaggio non avrai più la forza di guardarle negli occhi. Arrivato a Bengasi, per arrivare a Tripoli bisogna affrontare altre procedure e bisogna nascondere la propria nazionalità per la paura di essere rimandato al proprio paese». Politi dice che il traffico umano può servire. Quando è finalemte riuscito a partire Tareke racconta dche il motore del barcone si è rotto è rimasto fermo per 5 giorni. Alla fine è arrivato un’altra barca che ci ha trainato e ci siamo accorti che ci stavano trainando verso la Libia. Morire in mare è meglio che tornare in Libia. Tornati in Libia siamo stati messi in carcere, dove non sai quanto potrai stare. Continuavano a cambiarci di carcere ed eravamo in 78 persone in una cella piccolissima in un carcere vicino al Sudan. Il 90% delle donne vengono stuprate e queste donne sono costrette a nascondere questo fatto. Il mio sogno era mettere la mia vita in salvo. La seconda barca su cui sono salito è quella che mi ha portato in Italia». Politi dice che ci sono rotte terribili di questa, per esempio la rotta del Sinai.
Pensare che ognuno di questi poveracci ha un trascorso di simili sofferenze (e solamente parlando del viaggio, figuriamoci il resto..) e la conclusione è stata questa, è terribile..
Non possiamo fare nulla? non direi... è dovere di Nazioni come la nostra fare sì che non accadano certe stragi.. non mancano i mezzi, nè le competenze, nè l'esperienza, nè le possibilità.. l'intera Unione Europea, l'intero mondo, dovrebbe muoversi affinché non ci siano più barconi, non ci siano più compravendite di esseri umani, non ci siano più tragedie simili.. non solo a livello del viaggio in mare..