Noi non stiamo bene ma siamo ancora in buona compagnia. Altri paesi si barcamenano come noi. E per ora godiamo ancora della fiducia dei mercati anche se qualcuno (ma altri la pensano diversamente) sostiene che una volta fallita la Grecia la speculazione potrebbe accanirsi co vendite massicce camuffate da mancanza di fiducia sui nostri bond per farli crollare e poi poterli riacquistare a prezzi stracciati.
La Grecia invece, a quanto pare continua a pensare di poterla far franca con la tecnica della procrastinazione e delle chiacchiere. È notizia di questi giorni che le assunzioni nel settore della pubblica amministrazione continuano a pieno ritmo, senza minimamente abbandonare l'ottica assistenzialista e clientelare che li ha rovinati. Intanto aumentano le imposte non riscosse in quanto gli evasori contano sull'incapacità del sistema fiscale e sull'aspettativa di condoni.
Per non parlare del nulla di fatto sul fronte delle esenzioni fiscali ormai ingiustificate a favore di settori che ormai sono i soli che ancora fanno reddito.
Ha ragione Flag: parlo da italiano (e aggiungo italiano immune da simpatie antagoniste e pseudoalternative) che ha sulle spalle una fetta di quei 40 miliardi che la sola Italia vanta come credito (a tassi di estremo favore, altro che speculazione) nei confronti della Grecia. Non auspico che falliscano perché in quel caso essi passerebbero automaticamente dall'attivo al passivo del bilancio dello stato mettendoci nelle condizioni di fare ulteriori sacrifici. Penso che i furbastri ellenici più che sul rischio non probabile di disfacimento dell'euro contino su di questo. Come un parente sprecone dedito al gioco delle macchinette che continua a chiedere soldi dopo averne già ricevuti un bel po'.
Se fossi tedesco direi cose diverse.