
Originariamente Scritto da
FraVet
Vado lievemente OT, ma nemmeno tanto vista la piega che ha preso il discorso.
Piccolo preambolo, lavoro nel campo della comunicazione da circa 15 anni, il mio campo non è il marketing, ma per stare in questo settore un po' ne devi masticare. Dunque non sono un marchettaro...
Mi rivolgo a coloro che sono tutti d'un pezzo, che usavano quella roba lì prima che diventasse famosa, che non gli frega una benemerita minchia del testimonial e della sponsorizzazione. Sappiate che siete vittime del marketing tanto quanto coloro che comprano l'orologio di marca perché lo sponsorizza(va) caio lo sportivo o tizio il vip.
Il fatto che non usciate di casa* cinque secondi dopo aver visto lo spot pubblicitario dello scarponcino da trekking "Super & Duper" che viene indossato con estrema nonchalance abbinato al frac fresco di tintoria dal vippotto di turno alla serata di gala nel teatro più neoclassico del mondo, dopo aver passeggiato con estremo gaudio per gli occhi che si rinfrancano alla vista di splendide montagne e panorami da sogno... Non significa che quella serie di immagini ed emozioni non vi abbiano segnato, vi facciano da richiamo a determinati atteggiamenti... Il bisogno indotto è un sistema molto complesso di influenza e condizionamento che a livello inconscio tocca tutti. Anche chi da sempre sogna (come me) di poter vivere come un eremita in cima a una montagna senza nemmeno sapere che ore sono, senza TV e "comodità moderne".
Tutta questa divagazione per dire che alla fine della fiera, della sponsorizzazione del tal marchio verso il tal pilota, a livello conscio ci interessa a tutti più o meno zero... ci sembra una cosa "neutra". Invece ci fa in maniera più o meno evidente, sentire parte di una idea, di uno stile di vita... Il fatto che questi marchi vengano "boicottati" per un motivo che a qualcuno pare futilità è invece un grandissimo danno per il "sistema immagine" di un'azienda.
La frase (e non me ne voglia l'autore, è un semplice esempio) "ma mica i tifosi di Valentino hanno tutti una FIAT in garage..." è di un pressappochismo disarmante, perché è vero mica tutti i tifosi di Vale hanno una 595 Abarth parcheggiata sotto casa, ma è altrettanto vero che se ne incrociano una per strada, l'occhiata per vedere com'è fatta la danno, magari si fermano giusto il tempo di guardare come sono gli interni e (proprio come succede per molti di noi con le nostre motorette) contribuiscono a rafforzare l'idea di "particolarità" che il proprietario (seduto al bar poco distante o affacciato al balcone di casa) ha di se stesso, dell'oggetto da lui posseduto, desiderato e magari lievemente personalizzato.
* per andare a comprali.