Io sono tenuto per legge a tutelare i dati sensibili dei miei pazienti, a cui faccio firmare l'informativa sulla privacy che nella mia professione di psicoterapeuta non è solo una formalità ma è parte integrante della relazione terapeutica. Devo capire (facciamo conto che non lo abbia ancora capito...) perchè la banca, l'operatore telefonico, la pay tv etc etc non rispettino i medesimi vincoli che io serenamente rispetto. Perchè non vi è alcuna differenza fra il sputtanare un mio paziente ai miei amici o a mia moglie e vendere a società terze la lista dei mie acquisti su Amazon o il numero di sinistri che ho fatto. Quando ero studente ho lavorato presso un call center di una società telefonica molto nota che in quel periodo si stava facendo spazio sul mercato. Gli elenchi delle persone che chiamavamo arrivavano direttamente dal principale gestore telefonico del paese... che li vendeva tranquillamente alla concorrenza... e credo che il gioco convenisse/convenga a tutti. Il vero paradosso attuale secondo me è che spesso le stesse persone che postano compulsivamente sui social ogni attimo della propria giornata, poi pretendono che la propria privacy sia tutelata e si lamentano di questo meccanismo perverso pur essendo essi stessi il lubrificante che fa girare gli ingranaggi.
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