Bisogna anche dire che una moto di ultima generazione, vuoi per l’elettronica, vuoi per la tecnologia avanzatissima, anche a fronte di una marea di cavalli erogati, la guida risulta “facile” e divertente (a patto che il pilota abbia una certa esperienza).
Quindi non c’è da “denigrare” a priori una moto potentissima, definendola inutile o peggio ancora.
Io esprimo solo dei dubbi sul fatto che tutta questa elettronica, forzatamente aggiunta per imbrigliare delle potenze “impossibili” (o inumane), snatura l’essenza della vera ipermoto, quella che ti faceva “pippare il culo” quando aprivi il gas.
Detto ciò, averne in più è meglio che averne in meno.
Abituato come sono al trattorone inglese, e anche alla belva di Schiranna, quando mi capita (spesso) di guidare moto meno potenti, mi sento un filino a disagio perché non ho pieno controllo della situazione (quel sorpasso, lo riesco a fare con ‘sto “sdozzo” che ho sotto al sedere?).
Sapere di avere sempre motore, è una condizione che mi rende tranquillo.
Vado anche più piano, tanto so che posso sempre prendere velocità quando voglio, in qualsiasi condizione, su qualsiasi strada.
Equilibrio, la parola magica!
Non parlo di quello che serve per guidare un mezzo a due ruote, o camminare su una fune.
Parlo del giusto compromesso tra guidabilità, peso, potenza, coppia e, last but not the least, capacità ed esigenze del pilota.
Chiudo, ricordando che la coppia è un “derivato” della potenza massima (virgolettato, perché in realtà è il contrario), per cui se si vuole una moto con tantissima coppia massima (tralasciando il range di giri nel quale viene erogata), bisogna per forza “accattarsi” una moto potentissima.
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