B. non c'entra assolutamente nulla con il costo della corrente odierno, di gas ne avevamo l'altro giorno più che a sufficienza e anche se quella porzione di gas fosse arrivata saebbe stata in misura molto minore e a costi superiori.
inoltre l'Algeria è filosussa con mezzo piede nei BRICS... che fai compri oggi il gas da loro?
Poi comunque sarebbe entrato nelle logiche di speculazione della borsa di Amsterdam... altra invenzione per le multinazionali.
"Torno sul tema del prezzo del gas perché la vicenda mi sembra davvero incredibile. La narrazione politica ed economica dominante è che l'aumento del prezzo dipenda dalla vicenda russo-ucraina. Forse bisognerebbe aggiungere che tale vicenda è trasformata in un vero e proprio motore inflazionistico, con danni incredibili per i consumatori, soprattutto per quelli delle fasce di reddito più basse, per effetto di una speculazione che si potrebbe evitare. Sul prezzo del gas in Europa incidono in modo particolare due fattori. Il primo è costituito dalla sua determinazione alla "Borsa di Amsterdam". Ma di cosa si tratta? La piattaforma di Amsterdam, definita Title Transfer Facility, è stata creata da un operatore olandese di trasmissione energetica, Gasunie, che l'ha venduta ad una Borsa privata Usa, Ice, che possiede anche l'indice Nyse: particolarmente interessanti sono i principali azionisti costituiti da Vanguard, Black Rock, State Street, Capital Research, Morgan Stanley, Geode e Lazard. In sintesi i prezzi sono fatti dagli speculatori. Ma la Borsa di Amsterdam ha anche un altro limite evidente. Il volume degli scambi reali di gas rappresenta solo il 10% del totale degli scambi operati ad Amsterdam che sono per il 90% scommesse finanziarie. Un numero rende tutto ciò molto chiaro. In un anno vengono scambiati ad Amsterdam solo 700 milioni di metri cubi di gas, a fronte di un consumo di 412 miliardi di metri cubi. In pratica nel TTF non c'è gas ma solo speculazione che determina i prezzi reali destinati a scatenare l'inflazione. Dunque se si volesse evitare le impennate speculative basterebbe non utilizzare più la Borsa di Amsterdam per la determinazione dei prezzi. Il secondo fattore che incide sui prezzi è legato al primo. Gli operatori finanziari che sono presenti ad Amsterdam, e in tutto il "mercato del gas", fanno scommesse su contratti di compra vendita rispetto ai quali sono del tutto estranei. In pratica scommettono su un contratto altrui, il cui contenuto reale ha per gli stessi speculati un interesse inesistente. Allora perché non vietare simili scommesse e consentire di creare strumenti di finanza derivata solo ai titolari veri dei contratti di compravendita per coprirli dai rischi? In fondo per evitare l'impoverimento diffuso dei consumatori sarebbero sufficienti almeno due misure: abbandonare Amsterdam e vietare di fare derivati a coloro che non hanno un contratto reale e dunque sono solo speculatori. Non sarebbe difficile, ma la politica pare non volerlo capire..."
A.V.