scusa Loop ma dopo tutto sto ragionamento tu credi che l'essere ci dice qualcosa sul dover essere , quella che chiami etica della conoscenza sarebbe un'etica naturale? beh io a queste etiche non ho mai creduto
scusa Loop ma dopo tutto sto ragionamento tu credi che l'essere ci dice qualcosa sul dover essere , quella che chiami etica della conoscenza sarebbe un'etica naturale? beh io a queste etiche non ho mai creduto
La vita è un cuoco che ha davanti un piatto con sempre nuovi ingredienti...
Per quanto mi riguarda, il "dover esser" dovrebbe proporre principi che non siano in contraddizione con l' "essere", anche se non amo esprimermi in termini di "essenze".
Ti faccio un esempio, banale, tanto per chiarire quello che intendo. Sappiamo scientificamente che la diversità genetica umana è quasi interamente presente anche in popolazioni piccole. Questo significa che il mio vicino di casa ha (quasi) il 50% di possibilità di essere più distante geneticamente da me di quanto può esserlo un qualsiasi aborigeno autraliano.
Da questo si deduce direttamente che qualsiasi etica che comprenda discriminazioni razziali è "falsa", in quanto la diversità che presuppone esserci fra "razze" non è in realtà maggiore della diversità presente fra gli individui della stessa "razza".
No. È l'etica che sceglie come principio fondante il postulato fondante della scienza, e cioè il principio di oggettività, che non è altro che il rifiuto a priori di qualsiasi spiegazione in termini di cause finali. Leggi Monod: "Il caso e la necessità". Io potrei non esprimere correttamente il suo pensiero, e ne sarei spiaciuto. Comunque non è un manuale d'etica. È un saggio che analizza (anche) le conseguenze etiche della scoperta dei meccanismi fondamentali della vita (meccanismi che illustra con grandissima chiarezza), e più in generale delle scoperte scientifiche, e come queste mandano irrimediabilmente in crisi i modelli di valori cui ancora facciamo riferimento (quelli basati sulle credenze religiose o quelli basati sul marxismo, ad esempio) .
nessun valore è una necessità logica anche se contraddice la realtà
I valori sono soggettivi in due sensi: il primo è che esistono solo come giudizi di un individuo (non esisterebbero giudizi di valore se non esistessero individui); il secondo è che non esiste alcun metro di giudizio oggettivo in grado di fondarli.
Le due cose sembrano legate da un'implicazione, ma così non è: tutti i concetti esistono solo in quanto idee nelle teste degli individui, ma alcuni concetti possono essere veri e falsi(i giudizi di fatto), altri no (i giudizi di valore). Affermare che 2+2=5 contraddice alcuni principi della logica; affermare che un sacrificio umano è giusto non implica, invece, alcuna contraddizione (se non con altri principi morali).
la mia firma non l'ho messa a caso
Ultima modifica di alessandro2804; 16/09/2008 alle 15:05
La vita è un cuoco che ha davanti un piatto con sempre nuovi ingredienti...
Non è una necessità logica, ma contraddicendo la realtà, è una sciocchezza pratica, sperimentale. La qual cosa è ancora peggio.
Ci mancherebbe. Anche le teorie scientifiche esistono come giudizi di un individuo.
Il discorso, in linea di principio, è postulare un principio fondante, e dedurre per conseguenza gli altri in modo che non vadano in contraddizione con esso e con quelli già dedotti.
Esattamente come nella scienza che postula il principio di oggettività, (leggi bene, "postula": il principio di oggettività è indimostrabile, è una scelta a priori) ed opera di conseguenza. L'efficacia della scelta è riconosciuta a posteriori, sulla base dei successi ottenuti dal metodo (e degli insuccessi ottenuti dagli altri metodi).
Monod sceglie lo stesso principio quale principio fondante dell'etica, dal quale dedurre gli altri, ottenendo un'etica con non va pertanto in contrasto con la conoscenza (il sapere ottenuto attraverso il metodo scientifico) e che chiama "etica della conoscenza".
Ma non possiamo discutere del saggio di Monod se tu non l'hai letto.
l'ho letto 14 anni fa , mi ricordo di Sisifo condannato dagli dei a salire in cima ad una montagna con un macigno che rotola ogni volta giù a valle....questo come metafora che Sisifo nega gli dei a favore di una fedeltà superiore e lui anche se deve riportare il macigno su in cima è lo stesso felice basta immaginarlo
cmq sul metodo scientifico sono d'accordo era solo la sfera dei valori che non collego alla scienza ma si fondano a sè anche se infondati...finisco qui
La vita è un cuoco che ha davanti un piatto con sempre nuovi ingredienti...