Letto ora l'articolo. Tutto lascia supporre, almeno per il momento, che il terrorismo non c'entri proprio nulla e che sia invece l'opera di uno squilibrato. La giustizia, qualunque forma di giustizia venga applicata da quelle parti, fara' il proprio corso. Di certo non riportera' in vita quelle povere persone.
Riguardo alla tua affermazione, Roberto, io penso piuttosto che sia vero il contrario. E cioe' che una certa cultura sia alla base della diffusione incontrollata delle armi, e non il vice versa. Mi pare di capire che da quelle parti l'autodifesa (leggittima o meno, proporzionata o meno al pericolo) sia considerata una specie di diritto inalienabile, sul quale la lobby dei produttori di armi ha speculato ampiamente per decenni.
Per quanto riguarda la regolamentazione sul possesso delle armi, io sono possessore di un arco con relative frecce in alluminio per i quali e' necessaria un'assicurazione sportiva per il trasporto e per l'uso negli appositi campi di tiro. Ovviamente non sono d'accordo sul divieto totale, ma non avrei nulla in contrario a dei controlli piu' stretti (non credo di aver nulla da temere, in tal senso) purche' non siano solo l'ennesima scusa per lucrare su un hobby.
Una domanda per Jamex e Gian, da perfetto profano in materia: in Italia e' prevista una qualche forma di valutazione psicologica, magari periodica, per la detenzione di armi da fuoco?