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Risultati da 31 a 40 di 59

Discussione: Travaglio vs Grasso

  1. #31
    TCP Rider Senior L'avatar di leo
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    Citazione Originariamente Scritto da votalele Visualizza Messaggio
    Ma un idiota informatissimo pare.
    Sempre idiota resta.....puoi avere tutte le ragioni del mondo,ma l'educazione ed il modo di porsi non sono compresi nel pacchetto.
    Stai parlando della seconda carica dello stato;se hai da muovere critiche fallo quando è presente e può controbattere (dovrebbe valere sempre,gl'assenti sarebbe meglio non tirarli in mezzo)
    Citazione Originariamente Scritto da Mamba Visualizza Messaggio
    o lo sei o non lo sei......io lo sono...non si impara nulla........
    Citazione Originariamente Scritto da peppone Visualizza Messaggio
    Io sono la bibbia di tcp forum. Tonidayotona è i 10 comandamenti e voi non siete nessuno.

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  3. #32
    TCP Rider Senior L'avatar di marco61
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    Citazione Originariamente Scritto da votalele Visualizza Messaggio
    Ma un idiota informatissimo pare.
    vero...

    Ne supra crepidam sutor iudicaret.
    Ultima modifica di marco61; 24/03/2013 alle 18:29
    Coj fieuj gajard pien ëd vita guidà da Valentin
    a l’ero nòsta vita a l’ero nòst Turin.

  4. #33
    TCP Rider Senior L'avatar di natan
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    Citazione Originariamente Scritto da leo Visualizza Messaggio
    Sempre idiota resta.....puoi avere tutte le ragioni del mondo,ma l'educazione ed il modo di porsi non sono compresi nel pacchetto.
    Stai parlando della seconda carica dello stato;se hai da muovere critiche fallo quando è presente e può controbattere (dovrebbe valere sempre,gl'assenti sarebbe meglio non tirarli in mezzo)
    È proprio perché personaggio pubblico e con alta carica che giustifica il parlarne anche in sua assenza. Le modalità di Travaglio potrebbero anche essere messe in discussione, ci mancherebbe, ma se i politici dovessero avere la protezione del contraddittorio ogni qual volta che se ne parla, saremmo alla frutta, ancora più di quanto non lo si sia già.
    Le verre est un liquide lent

  5. #34
    TCP Rider L'avatar di Stefanoqv
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    L'intervento di Grasso mi ricorda quello di Berlusconi di qualche anno fa..

    Inviato dal mio GT-I9100 con Tapatalk 2

  6. #35
    TCP Rider Senior L'avatar di pippopoppi
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    .............sono amici. E questo la dice lunga.

  7. #36
    TCP Rider Senior L'avatar di rori
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  8. #37
    TCP Rider Senior L'avatar di marco61
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    COPIO INCOLLO TRAVAGLIO:


    Giuro che l’altra sera, quando Piero Grasso ha telefonato in diretta a Servizio Pubblico per sfidarmi a duello, ho pensato allo scherzo di un imitatore. Tipo quello di Paolo Guzzanti che chiamò Arbore con la voce di Pertini. O a quello dei monelli de La Zanzara che hanno intortato due grilli dissidenti spacciandosi per Vendola. Invece pare che fosse proprio lui, il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, forse mal consigliato in famiglia.

    Altrimenti non avrebbe chiamato come un Masi qualunque (Masi almeno il programma lo stava seguendo, Grasso invece no) per lamentarsi del fatto che si parlasse male di lui in sua assenza. Sono decenni che in tv, sui giornali e nei palazzi si parla di lui, quasi sempre in sua assenza (nemmeno un santo come lui ha ancora il dono dell’ubiquità): solo che se ne parlava sempre bene. Grasso infatti è il magistrato più fortunato d’Italia. Per vent’anni, qualunque pm s’imbattesse in un indagato eccellente veniva massacrato, ricusato, trasferito, punito, insultato, vilipeso, calunniato, spiato fin nei calzini. Tranne uno: Grasso, che ha sempre goduto di elogi e plausi unanimi, da destra e da sinistra, fino all’omaggio di tre leggi ad personam targate Pdl che eliminavano il suo unico concorrente (Caselli) per la Pna. Anche l’altro giorno, quando è asceso alla seconda carica dello Stato, ha ricevuto i complimenti di B. e financo di Dell’Utri. C’è chi, per molto meno, avrebbe una crisi di coscienza e si domanderebbe cos’ha fatto per meritarsi tutto questo.

    Invece lui non s’accontenta e pretende di spegnere anche le poche voci che ancora lo criticano (quando lo merita: chi scrive l’ha elogiato per aver respinto le manovre di Quirinale e Cassazione sulla trattativa a gentile richiesta di Mancino): è convinto che chi vuole criticarlo debba farlo solo in sua presenza. Un concetto del contraddittorio davvero singolare, peraltro non nuovo: l’aveva già sostenuto il suo predecessore e presunto rivale, Schifani, dopo una mia intervista da Fazio.

    Naturalmente Santoro è lieto di organizzare il faccia a faccia con Grasso nella prossima puntata di Servizio Pubblico, o in un’edizione speciale anticipata, vista la curiosa fretta manifestata da Grasso (attende forse un altro incarico ad horas?). Le repliche, da che mondo è mondo, si pubblicano sulla stessa testata che ha ospitato le affermazioni a cui replicare. Avete mai visto una rettifica a un articolo del Corriere pubblicata su Repubblica, o viceversa? Ieri invece alcuni colleghi si sono molto agitati, ansiosi com’erano di ospitare il faccia a faccia. Li ringrazio di cuore, ma io lavoro al Fatto e a Servizio Pubblico. Peraltro un duello non è un talk show con ospiti, servizi filmati e pollai vari. È un confronto a due, come ha correttamente chiesto Grasso, con carte e documenti alla mano. Personalmente non chiedo di meglio e non vedo l’ora. Sono dieci anni che seguo passo passo la sua resistibile ascesa in toga e poi in politica, raccontando ciò che fa e soprattutto non fa sull’Unità, l’Espresso, MicroMega, il Fatto e in alcuni libri, a partire da Intoccabili (scritto a quattro mani con Saverio Lodato).

    Ogni tanto Grasso minacciava querele, che non sono mai arrivate. Altre volte replicava con rettifiche che non rettificavano nulla, regolarmente pubblicate con le dovute risposte. Più volte, fra il 2003 e il 2005, quand’era procuratore a Palermo, i colleghi da lui emarginati tentarono di informare il Csm del suo operato, ma l’allora presidente Ciampi e l’allora vicepresidente Rognoni preferirono evitare. Se dunque il presidente del Senato volesse, al duello potrebbero partecipare alcuni testimoni oculari, persone informate sui fatti, che hanno molte cose da raccontare e non hanno mai avuto modo di farlo. Nei duelli di un tempo, ciascun duellante si faceva assistere da uno o due padrini. In questo caso non si sa mai: meglio chiamarli testimoni.

    Il Fatto Quotidiano, 23 Marzo 2013
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  9. #38
    TCP Rider Senior L'avatar di natan
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    Citazione Originariamente Scritto da marco61 Visualizza Messaggio
    COPIO INCOLLO TRAVAGLIO:


    Giuro che l’altra sera, quando Piero Grasso ha telefonato in diretta a Servizio Pubblico per sfidarmi a duello, ho pensato allo scherzo di un imitatore. Tipo quello di Paolo Guzzanti che chiamò Arbore con la voce di Pertini. O a quello dei monelli de La Zanzara che hanno intortato due grilli dissidenti spacciandosi per Vendola. Invece pare che fosse proprio lui, il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, forse mal consigliato in famiglia.

    Altrimenti non avrebbe chiamato come un Masi qualunque (Masi almeno il programma lo stava seguendo, Grasso invece no) per lamentarsi del fatto che si parlasse male di lui in sua assenza. Sono decenni che in tv, sui giornali e nei palazzi si parla di lui, quasi sempre in sua assenza (nemmeno un santo come lui ha ancora il dono dell’ubiquità): solo che se ne parlava sempre bene. Grasso infatti è il magistrato più fortunato d’Italia. Per vent’anni, qualunque pm s’imbattesse in un indagato eccellente veniva massacrato, ricusato, trasferito, punito, insultato, vilipeso, calunniato, spiato fin nei calzini. Tranne uno: Grasso, che ha sempre goduto di elogi e plausi unanimi, da destra e da sinistra, fino all’omaggio di tre leggi ad personam targate Pdl che eliminavano il suo unico concorrente (Caselli) per la Pna. Anche l’altro giorno, quando è asceso alla seconda carica dello Stato, ha ricevuto i complimenti di B. e financo di Dell’Utri. C’è chi, per molto meno, avrebbe una crisi di coscienza e si domanderebbe cos’ha fatto per meritarsi tutto questo.

    Invece lui non s’accontenta e pretende di spegnere anche le poche voci che ancora lo criticano (quando lo merita: chi scrive l’ha elogiato per aver respinto le manovre di Quirinale e Cassazione sulla trattativa a gentile richiesta di Mancino): è convinto che chi vuole criticarlo debba farlo solo in sua presenza. Un concetto del contraddittorio davvero singolare, peraltro non nuovo: l’aveva già sostenuto il suo predecessore e presunto rivale, Schifani, dopo una mia intervista da Fazio.

    Naturalmente Santoro è lieto di organizzare il faccia a faccia con Grasso nella prossima puntata di Servizio Pubblico, o in un’edizione speciale anticipata, vista la curiosa fretta manifestata da Grasso (attende forse un altro incarico ad horas?). Le repliche, da che mondo è mondo, si pubblicano sulla stessa testata che ha ospitato le affermazioni a cui replicare. Avete mai visto una rettifica a un articolo del Corriere pubblicata su Repubblica, o viceversa? Ieri invece alcuni colleghi si sono molto agitati, ansiosi com’erano di ospitare il faccia a faccia. Li ringrazio di cuore, ma io lavoro al Fatto e a Servizio Pubblico. Peraltro un duello non è un talk show con ospiti, servizi filmati e pollai vari. È un confronto a due, come ha correttamente chiesto Grasso, con carte e documenti alla mano. Personalmente non chiedo di meglio e non vedo l’ora. Sono dieci anni che seguo passo passo la sua resistibile ascesa in toga e poi in politica, raccontando ciò che fa e soprattutto non fa sull’Unità, l’Espresso, MicroMega, il Fatto e in alcuni libri, a partire da Intoccabili (scritto a quattro mani con Saverio Lodato).

    Ogni tanto Grasso minacciava querele, che non sono mai arrivate. Altre volte replicava con rettifiche che non rettificavano nulla, regolarmente pubblicate con le dovute risposte. Più volte, fra il 2003 e il 2005, quand’era procuratore a Palermo, i colleghi da lui emarginati tentarono di informare il Csm del suo operato, ma l’allora presidente Ciampi e l’allora vicepresidente Rognoni preferirono evitare. Se dunque il presidente del Senato volesse, al duello potrebbero partecipare alcuni testimoni oculari, persone informate sui fatti, che hanno molte cose da raccontare e non hanno mai avuto modo di farlo. Nei duelli di un tempo, ciascun duellante si faceva assistere da uno o due padrini. In questo caso non si sa mai: meglio chiamarli testimoni.

    Il Fatto Quotidiano, 23 Marzo 2013
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  10. #39
    TCP Rider Senior L'avatar di marco61
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    Nat
    la cosa che mi incuriosisce...non conoscendo compiutamente la vicenda Caselli-Grasso...
    e' lo scudo alzato a protezione del neo-eletto
    da tutti i quotidiani-puttana al soldo dei padroni...unita' corriere repubblica



    ancora Travaglio

    I 5stelle che han votato Grasso sanno bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni.

    Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”, dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini-Grasso.
    Ultima modifica di marco61; 25/03/2013 alle 18:05
    Coj fieuj gajard pien ëd vita guidà da Valentin
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  11. #40
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    la cosa che mi incuriosisce...non conoscendo compiutamente la vicenda Caselli-Grasso...
    e' lo scudo alzato a protezione del neo-eletto
    da tutti i quotidiani-puttana al soldo dei padroni...unita' corriere repubblica



    ancora Travaglio

    I 5stelle che han votato Grasso sanno bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni.

    Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”, dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini-Grasso.

    questi (i vecchi marpioni della politica), pur di rimanere dove stanno farebbero di tutto ...



    .......... stanno ancora parlando di riduzione o abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, come se esistesse ancora ...

    lo sanno che con il verdetto del popolo si sono puliti il loro bel culetto, é che parlandone i più pensano che quel referendum non ci sia mai stato e che in fin dei conti é bello che ora, senza pressione alcuna, vogliano ridursi stipendi e finanziamenti vari ...


    lascia fare a loro che sanno meglio di tutti come usare il bastone e la carota ...
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