
Originariamente Scritto da
macheamico6
Allora, cerco di dare un mio contributo per fare un po' d'ordine.
Sono certo che il razzismo in questa vicenda non c'entra un cazzo di niente.
Al di là del fatto che esistono due versioni completamente opposte dell'accaduto, e anche se quella favorevole al fermano pare supportata da non una o due, ma da ben cinque testimonianze, a pelle mi sento invece di dare credito all'altra, ovvero a quella che dipinge il nero Emmanuel come una vittima pressoché incolpevole, vi spiego il perché ritengo che non c'entri il razzismo.
A Fermo sono concordi nel considerare il loro concittadino come un rissoso e violento attaccabrighe, insomma un tipaccio, peraltro con vari precedenti penali ancorché di piccolo conto. E anche questa storia dell'ultras non c'entra niente, dal momento che il tipo pare viva sempre e in ogni dove in tal modo, quindi non solo o prevalentemente allo stadio o nei dintorni di esso in occasione delle partite della Fermana, ma dato che è pure colpito da un DASPO, allora fa comodo ai media ricamarci sopra la storia dell'ultras.
Se è successo quel che è successo non lo si deve a un razzismo omofobo, ovvero al fatto che egli avesse incrociato Emmanuel e la moglie e avesse offeso la ragazza con quel "brutta scimmia africana" di cui parla una delle due versioni, chiaramente quella più favorevole al nero, e che da lì fosse nato il tutto.
Se fosse passata una ragazza non propriamente bella di PortoSanGiorgio con gli occhiali, magari l'avrebbe apostrofata gridandole "brutta quattrocchi". Oppure poteva incrociare un'attempata turista tedesca tra le tante che visitano Fermo dalla vicina riviera, e magari questa si sarebbe sentita gridare un "brutta vecchiaccia crucca". Avrebbe potuto financo dire "brutta pompinara" a una castissima suora fortemente timorata di Dio. E magari chi accompagnava la ragazza, la signora tedesca, la suora, avrebbe reagito e sarebbe accaduto esattamente quanto è successo.
Da cosa nasce questa mia convinzione? Dal fatto di aver sentito quanto dicono in giro persone che ben conoscono il fermano, il suo modo di vivere e i suoi trascorsi. Tra le tantissime cose negative, sono tutti concordi nel sostenere che mai e poi mai aveva mostrato sentimenti razzisti o comunque di insofferenza verso popolazioni africane di colore e non.
Insomma, per quanto questo fosse avvezzo alle risse, probabilmente non aveva mai fatto a cazzotti con un nero. Tutte le altre volte non c'era mai scappato il morto, spesso forse neanche una lieve ferita. Purtroppo per una tragica fatalità questa volta è successo che chi ha avuto la sventura di incontrarlo abbia battuto la nuca con violenza cadendo a terra, e questi era Emmanuel, un uomo di colore.
E allora tutti i tg e i quotidiani a menarla nei titoli e in prima pagina con la storia del razzismo, e Alfano che, nonostante le sue personali rogne di questi giorni, si precipita qui convocando un vertice in Prefettura, quand'invece con molta probabilità fino a ieri neanche sapeva cosa fosse e dove fosse Fermo.
Ribadisco il mio pensiero: questa tragedia è solo un crimine delinquenziale come ne accadono tanti, e non ha a che fare col razzismo.
Con questo non voglio mica dire che sia meno grave e conseguentemente meno condannabile, per carità.
Ad accertare il reale svolgimento dei fatti penserà la magistratura, ma anche se come ho detto sarei propenso a dare maggior credito alla versione meno favorevole al fermano nonostante le tante testimonianze, ritengo purtroppo che alla fine del circo, tra la preterintenzionalità e il diritto alla legittima difesa, l'involontario assassino se la caverà con una lieve condanna, pronto a fare nuovi danni una volta uscito dalla galera, che tra l'altro non potrà che peggiorarlo.
La mia convinzione sulla pressoché totale incolpevolezza di Emmanuel nasce anche dal fatto che Don Vinicio Albanesi, che conosco personalmente e stimo moltissimo, in buona di sostanza un prete di frontiera (se non sapete chi è fatevi una googolata, ne vale la pena), "garantisce" con le sue parole in favore della coppia dei ragazzi di colore, che peraltro ospitava in una sua struttura d'accoglienza. E per me è quanto basta!
Lavorando a Fermo e abitando in provincia, mi preme ora parlare di questa città, che i media stanno dipingendo come il covo dell'italica omofobia.
E pensare che chi ben la conosce, primi tra tutti i tanti neri e profughi che ci vivono, sarebbero pronti a testimoniare l'esatto contrario. Che amarezza.....
Ma questo lo farò più tardi per chi avrà tempo e voglia di leggermi.