...Secondo i dati risultati dall’analisi, l’evasione (sia fiscale che contributiva) può essere così distribuita. In questo momento l’evasione totale in Italia ammonta a 108 miliardi di euro: tale è la cifra che manca nelle casse dello Stato. Di questi soldi, sappiamo che:
il 54,2% deriva dall’evasione di artisti, ditte individuali, professionisti e società;
il 45,8% deriva da tutti gli altri contribuenti, di cui l’80% sono lavoratori dipendenti e pensionati.
È tutt’altro che vero, dunque, il luogo comune secondo cui dipendenti e pensionati pagano le tasse e che il totale dell’evasione è riconducibile alle partite Iva. Anzi, i professionisti costituiscono oggi una minima parte, se si tiene conto che questi dividono il 52,2% dell’evasione con le ditte individuali (ce ne sono tantissime in Italia), le società e gli artisti. Dall’altro lato, circa il 38% dell’evasione totale è addebitabile a lavoratori subordinati e pensionati. Come mai?
Innanzitutto il fenomeno è attribuibile al lavoro dipendente irregolare, quello cioè svolto in nero che sfugge chiaramente sia all’imposizione fiscale (pagamento dell’Irpef) che a quella contributiva. Solo questo genera ben 1% miliardi di euro di evasione. C’è poi l’evasione dovuta ad affitti in nero, omesso pagamento dell’Imu e del canone Rai che, in totale, comporta un’evasione di 7,4 miliardi di euro.
L’imposta più evasa in Italia resta comunque l’Iva che determina un ammanco per l’erario di ben 35,8 miliardi di euro, di cui ben 26,3 miliardi sono evasi alla fine della filiera ossia al momento del versamento del bene o della prestazione del servizio al consumatore finale (parliamo quindi di commercianti e professionisti). I restanti 9,5 miliardi di euro riguarda fasi intermedie della lavorazione, ossia le operazioni business-to-business (b2b).
«Quando il lavoratore dipendente o pensionato, che si indigna per l’evasione altrui e afferma di pagare le sue tasse tutte fino all’ultima, accetta la proposta «100 senza fattura» invece che «122 con fattura», può legittimamente non rendersene conto, ma è lui che sta evadendo i 22 di Iva» conclude lo studio della Fnc.
È un falso mito affermare, quindi, che l’evasione è causata solo da lavoratori autonomi e dalla piccola e grande imprese. Al contrario è un fenomeno trasversale e anche il piccolo consumatore – che non ha la partita Iva – se ne infischia delle norme fiscali quando si tratta di risparmiare qualche decina o centinaio di euro sulla parcella del medico o sulla fattura alla ditta di lavori. https://www.laleggepertutti.it/21788...cali-in-italia
aggiungo che se si scelgono i cento senza fattura non si evade solo l'iva, come descritto nell'articolo, ma si permette alla controparte di evadere il corrispettivo della sua aliquota irpef e tutti i calcoli composti derivanti...
no, la banconota non e' la causa, ma il mezzo...per una parte estremamente significativa




La vera evasione non si fa con le banconote ma con mezzi molto più sofisticati, il contante fa tanto comodo alla politica per far credere di limitare l'evasione intervenendo sulla sua circolazione, per carità è giusto intervenire anche su quello ma non esiste paese al mondo senza contante ed l'evasione non dipende sicuramente dalla sua circolazione ma da altro.
https://www.agi.it/economia/evasione...ws/2019-10-05/
per una parte assolutamente insignificante....
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Ultima modifica di navigator; 19/02/2020 alle 18:03





Come già detto non sostengo assolutamente che sia la causa ma il mezzo per gli evasori tra i liberi professionisti.
Ovvio che non ci debba fermare qui ma procedere anche sul fronte delle grandi imprese dove, per assurdo, è più semplice intervenire.
Ma continuo a chiedere: che ansia vi mette l’uso della moneta elettronica?
Io sono responsabile di quello che dico. Non di quello che capisci tu. [cit]
Questa è una mela...
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Ultima modifica di navigator; 19/02/2020 alle 20:10





Non ho capito la questione del bonifico...oggi come oggi pagare commissioni per un bonifico è anacronistico. Chi le paga lo fa perché non ha voglia di cambiare banca o non gli interessa di pagare la commissione.
Pagare con la carta al ristorante invece, ha qualcosa di magico...si passa per incantesimo da un conto redatto su carta straccia ad uno scontrino fiscale o ad una ricevuta...![]()
Io sono responsabile di quello che dico. Non di quello che capisci tu. [cit]
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No, tutti i principali gruppi bancari hanno commissioni più o meno alte sui bonifici, poste comprese, chi le ha basse ha spesso un canone alto, le poche che non ne hanno sono le banche on line o con minima presenza sul territorio.
Magari abitando a roma hai 100 banche vicine epossibilità di scelta ma se hai bisogno della banca per mille motivi e ne hai 1/2/3 ne tuo comune vai in quellao a bianco, inoltre nessun utente normale tipo dipendente sceglie la banca per i bonifici ma per altri motivi.
Ti ripeto prova a trasferire la commissione da te a chi ti paga anche di 1 euro (bonifico) e vedi la faccia che fa, poi quando a fine anno trovo che un pos mi è costato 2/3mila euro la moneta elettronica per me può anche andare a farsi benedire.





Se mi si consente, non credo che l'esempio sia corretto. Un conto è chiedere di utilizzare la moneta elettronica, cosa che non fa male a nessuno, altro è negare le cure...direi che siamo su due piani completamente diversi.
Restando invece in tema sanitario faccio invece notare che grazie al fatto che ormai in molti hanno le assicurazioni sanitarie, i vari professionisti sono obbligati a far fattura in quanto il privato la scarica, ecco, questo è un altro buon meccanismo per combattere l'evasione.
La banconota non è la causa ma sicuramente il mezzo. Con il contante si riescono a pagare prestazioni senza fattura, con una carta di credito no.
Le piaghe poi, sono diverse, ma una non esclude un'altra. Quando ebbi l'incidente in moto mi ruppi il femore e mi lussai la spalla...tutti concentrati sul femore, che è guarito perfettamente, e ad ignorare la lussazione, che ancora da problemi...
Ma poi, qual è il problema di pagare con la carta? Che ansia vi mette? Davvero, non comprendo...
Io sono responsabile di quello che dico. Non di quello che capisci tu. [cit]
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