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Discussione: CORONAVIRUS: aggiornamenti

  1. #1911
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    sui tagli alla spesa sanitaria, anche per portare avanti una discussione basata sui numeri, ecco un link abbastanza ben fatto
    https://www.repubblica.it/economia/2...esa-251254662/
    Relativamente alla regione Lombardia, che ha avuto per decenni un sistema sanitario, in termini di modello, differente da quello di tutte le altre regioni, va detto che il sistema Formigoni, che mi vede contrario, soprattutto, come per tutti i sistemi, per le sue aberrazioni, che sono diventate poi evidenti, aveva in situazione "da tutti i giorni" una efficienza apprezzabile.
    CErtamente quella efficienza non era e non è paragonabile a quella di altri sistemi regionali sparsi per la penisola, e il dato di mobilitÃ* da altre regioni verso la lombardia è una cosa di cui tenere conto.
    Aggiungo che nessuno al mondo, e mi pare di vederlo in questi giorni, al netto di atteggiamenti "filosofici" più o meno cinici, sia pronto ad una evenienza del genere, e, del resto, a bocce ferme, il prepararsi sarebbe stato, anche per molti di quelli che oggi si stracciano le vesti per la scarsitÃ* di posti letto in rianimazione, per esempio, difficile da giustificare ed inefficiente.


    Sarebbe come dire che una azienda dovrebbe tenere immobilizzata e non investire una somma di denaro in previsione di una chiusura di due mesi...il cigno nero passa, ma non si puo' passare lavita pronti al suo passaggio...non tutti e non sempre

    Ribadisco, la mia opinione sul sistema sanitario italiano non è fantastica, ma non penso nemmeno che sia tutto quello schifo che alcuni oggi vorrebbero far credere

    Concludo dicendo che , in un mondo di risorse finite, e in un paese con una tassazione ai nostri livelli, bisogna fare delle scelte: investire i soldi delle tasse in sanitÃ*, piuttosto che in pensioni, in altri tipi di welfare, ecc.ecc.

    solo per dare un mio piccolissimo contributo a una discussione auspicabilmente razionale ed equilibrata
    Possiamo tutti concordare, volenti o nolenti, che al mondo non vi fosse alcuno preparato, in termini di quantità ed allocazione delle risorse sanitarie, ad affrontare simile pandemia.
    Tuttavia, quale miglior occasione abbiamo oggi di osservare, per l'ennesima volta, che il Cigno Nero del buon Taleb si rivela esser sempre, ex-post, il ben più noto Uccello Padulo?

    Differenze macroscopiche nell'utilizzo di tali risorse, sia dal lato strettamente sanitario che da quello sociale ed economico, le stiamo osservando a diverse longitudini e latitudini.
    O meglio, le potremmo osservare, se avessimo la volontà di farlo; anche in seno alla stessa Italia, anche tra regioni confinati, equamente ricche ed equamente investite dal contagio.
    Queste ultime almeno, incapaci come siamo di confrontarci col mondo, dovrebbero essere state in grado di farcelo capire, non credi?

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  3. #1912
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    Dimezzati i posti letto per terapia intensiva e casi gravi

    Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità,*il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da*575 ogni 100 mila abitanti ai 275 attuali. Un taglio del 51% operato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea. In testa la Germania con 621 posti, più del doppio (qui sotto*l’infografica interattiva dell’Oms*sui posti letto per casi acuti persi nei diversi Paesi dal 1997 al 2015).
    Mentre le cronache raccontano del personale sanitario allo stremo, occorre ricordare che*la sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente.*Oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri,*secondo la Ragioneria di Stato. Cifre che da sole possono far comprendere come gli* ospedali e i pronto soccorso, già sotto pressione al nord, potrebbero non essere in grado di reggere la diffusione dell’epidemia. Specie nelle regioni del centro e del sud, ancora meno attrezzate e con minore personale. Come*denunciato dal presidente dell’Associazione Medici Dirigenti, (Anaoo),*le strutture ospedaliere hanno perso, infatti, 70 mila posti letto, solo negli ultimi 10 anni.

    https://www.google.com/amp/s/valori....va-fare/%3famp

    Tagli o mancati investimenti?

    Eppure, secondo*l’ultima relazione della Corte dei Conti al Parlamento* con la legge di bilancio approvata il 30 dicembre 2018, sono state incrementate le risorse da destinare al fabbisogno sanitario. Dai*114,4 miliardi di euro stanziati nel 2019, ai 116,4 miliardi di euro per il 2020, fino ai*117,9 miliardi previsti* per il 2021. Ma, come si legge nella stessa relazione,*gli investimenti, proprio da parte degli enti locali, sono stati ridotti del*48%* tra il 2009 e il 2017.*E con essi le risorse umane, in calo del 5,3%.

    L’Italia spende in sanità meno di Germania, Francia e Regno Unito

    Globalmente, la*spesa sanitaria*sostenuta dallo Stato italiano, nel 2017, è stata pari al*6,6% del Pil. Valore inferiore di circa tre punti percentuali a quella in Germania (9,6%) e Francia (9,5%), di un punto percentuale rispetto al Regno Unito. E di poco superiore a quella di Spagna (6,3%), Portogallo (6,0%) e Repubblica Ceca (5,8%).

    Sempre secondo la Corte dei Conti, i dati Ocse relativi all’arco temporale 2000/2017 mostrano, soprattutto a partire dal 2009, la progressiva perdita di peso relativo del comparto sanitario sul Pil,* rispetto a quello nei maggiori paesi europei. Se nel 2000 Francia e Germania spendevano per il servizio sanitario due punti percentuali di Pil in più rispetto all’Italia (rispettivamente 7,5%, 7,7% e 5,5%), nel 2017 il divario è cresciuto a tre punti percentuali.

    Anche l’indicatore della spesa pro capite mostra il sottodimensionamento relativo di quella italiana. Nel 2017 la spesa pubblica italiana (espressa in dollari a parità di potere di acquisto) è stata pari a 2.622 dollari, ossia inferiore del 35% a quella francese (4.068 dollari) e del 45% a quella tedesca (4.869 dollari), con un divario che cresce, rispetto a quello dell’anno 2000, rispettivamente di 10 e di 15 punti percentuali.
    Ultima modifica di navigator; 01/04/2020 alle 11:55

  4. #1913
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    Dimezzati i posti letto per terapia intensiva e casi gravi

    Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità,*il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da*575 ogni 100 mila abitanti ai 275 attuali. Un taglio del 51% operato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea. In testa la Germania con 621 posti, più del doppio (qui sotto*l’infografica interattiva dell’Oms*sui posti letto per casi acuti persi nei diversi Paesi dal 1997 al 2015).
    Mentre le cronache raccontano del personale sanitario allo stremo, occorre ricordare che*la sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente.*Oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri,*secondo la Ragioneria di Stato. Cifre che da sole possono far comprendere come gli* ospedali e i pronto soccorso, già sotto pressione al nord, potrebbero non essere in grado di reggere la diffusione dell’epidemia. Specie nelle regioni del centro e del sud, ancora meno attrezzate e con minore personale. Come*denunciato dal presidente dell’Associazione Medici Dirigenti, (Anaoo),*le strutture ospedaliere hanno perso, infatti, 70 mila posti letto, solo negli ultimi 10 anni.

    https://www.google.com/amp/s/valori....va-fare/%3famp

    Tagli o mancati investimenti?

    Eppure, secondo*l’ultima relazione della Corte dei Conti al Parlamento* con la legge di bilancio approvata il 30 dicembre 2018, sono state incrementate le risorse da destinare al fabbisogno sanitario. Dai*114,4 miliardi di euro stanziati nel 2019, ai 116,4 miliardi di euro per il 2020, fino ai*117,9 miliardi previsti* per il 2021. Ma, come si legge nella stessa relazione,*gli investimenti, proprio da parte degli enti locali, sono stati ridotti del*48%* tra il 2009 e il 2017.*E con essi le risorse umane, in calo del 5,3%.

    L’Italia spende in sanità meno di Germania, Francia e Regno Unito

    Globalmente, la*spesa sanitaria*sostenuta dallo Stato italiano, nel 2017, è stata pari al*6,6% del Pil. Valore inferiore di circa tre punti percentuali a quella in Germania (9,6%) e Francia (9,5%), di un punto percentuale rispetto al Regno Unito. E di poco superiore a quella di Spagna (6,3%), Portogallo (6,0%) e Repubblica Ceca (5,8%).

    Sempre secondo la Corte dei Conti, i dati Ocse relativi all’arco temporale 2000/2017 mostrano, soprattutto a partire dal 2009, la progressiva perdita di peso relativo del comparto sanitario sul Pil,* rispetto a quello nei maggiori paesi europei. Se nel 2000 Francia e Germania spendevano per il servizio sanitario due punti percentuali di Pil in più rispetto all’Italia (rispettivamente 7,5%, 7,7% e 5,5%), nel 2017 il divario è cresciuto a tre punti percentuali.

    Anche l’indicatore della spesa pro capite mostra il sottodimensionamento relativo di quella italiana. Nel 2017 la spesa pubblica italiana (espressa in dollari a parità di potere di acquisto) è stata pari a 2.622 dollari, ossia inferiore del 35% a quella francese (4.068 dollari) e del 45% a quella tedesca (4.869 dollari), con un divario che cresce, rispetto a quello dell’anno 2000, rispettivamente di 10 e di 15 punti percentuali.
    penso sia piu dovuto a come viene gestita la sanita' nei vari stati, in Italia grazie alla modifica al TitoloV che ha messo in mano alle regioni la gestione, mi oare che sia una situazione unica solo all'italia visto che le voci di bilancio sanita' non venivano riflesse poi a livello regionale
    vuoi pii situazioni limite come Campania e Lazio,due grandi regioni con la sanita commisariata, la Lombardia che da decenni punta tutto sul privato depotenziando il pubblico

    https://www.wired.it/attualita/polit...italia-storia/
    Ultima modifica di Rebel County; 01/04/2020 alle 12:44

  5. #1914
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    Possiamo tutti concordare, volenti o nolenti, che al mondo non vi fosse alcuno preparato, in termini di quantità ed allocazione delle risorse sanitarie, ad affrontare simile pandemia.
    Tuttavia, quale miglior occasione abbiamo oggi di osservare, per l'ennesima volta, che il Cigno Nero del buon Taleb si rivela esser sempre, ex-post, il ben più noto Uccello Padulo?

    Differenze macroscopiche nell'utilizzo di tali risorse, sia dal lato strettamente sanitario che da quello sociale ed economico, le stiamo osservando a diverse longitudini e latitudini.
    O meglio, le potremmo osservare, se avessimo la volontà di farlo; anche in seno alla stessa Italia, anche tra regioni confinati, equamente ricche ed equamente investite dal contagio.
    Queste ultime almeno, incapaci come siamo di confrontarci col mondo, dovrebbero essere state in grado di farcelo capire, non credi?
    credo di si, e ho già scritto che sono convinto che , almeno a livello tecnico, il dibattito sarà acceso ma costruttivo...poi bisogna passare al livello politico...e qui di fiducia ne ho poca, non tanto nei politici, quanto negli italiani

    il problema, infatti, sarà che bisognerà fare delle scelte, e questo paese c'e' poco portato, essendo uno dei maggiori propugnatori al mondo del teorema della botte traboccante e della consorte alcolista...

    vedremo

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    Dimezzati i posti letto per terapia intensiva e casi gravi

    Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità,*il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da*575 ogni 100 mila abitanti ai 275 attuali. Un taglio del 51% operato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea. In testa la Germania con 621 posti, più del doppio (qui sotto*l’infografica interattiva dell’Oms*sui posti letto per casi acuti persi nei diversi Paesi dal 1997 al 2015).
    Mentre le cronache raccontano del personale sanitario allo stremo, occorre ricordare che*la sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente.*Oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri,*secondo la Ragioneria di Stato. Cifre che da sole possono far comprendere come gli* ospedali e i pronto soccorso, già sotto pressione al nord, potrebbero non essere in grado di reggere la diffusione dell’epidemia. Specie nelle regioni del centro e del sud, ancora meno attrezzate e con minore personale. Come*denunciato dal presidente dell’Associazione Medici Dirigenti, (Anaoo),*le strutture ospedaliere hanno perso, infatti, 70 mila posti letto, solo negli ultimi 10 anni.

    https://www.google.com/amp/s/valori....va-fare/%3famp

    Tagli o mancati investimenti?

    Eppure, secondo*l’ultima relazione della Corte dei Conti al Parlamento* con la legge di bilancio approvata il 30 dicembre 2018, sono state incrementate le risorse da destinare al fabbisogno sanitario. Dai*114,4 miliardi di euro stanziati nel 2019, ai 116,4 miliardi di euro per il 2020, fino ai*117,9 miliardi previsti* per il 2021. Ma, come si legge nella stessa relazione,*gli investimenti, proprio da parte degli enti locali, sono stati ridotti del*48%* tra il 2009 e il 2017.*E con essi le risorse umane, in calo del 5,3%.

    L’Italia spende in sanità meno di Germania, Francia e Regno Unito

    Globalmente, la*spesa sanitaria*sostenuta dallo Stato italiano, nel 2017, è stata pari al*6,6% del Pil. Valore inferiore di circa tre punti percentuali a quella in Germania (9,6%) e Francia (9,5%), di un punto percentuale rispetto al Regno Unito. E di poco superiore a quella di Spagna (6,3%), Portogallo (6,0%) e Repubblica Ceca (5,8%).

    Sempre secondo la Corte dei Conti, i dati Ocse relativi all’arco temporale 2000/2017 mostrano, soprattutto a partire dal 2009, la progressiva perdita di peso relativo del comparto sanitario sul Pil,* rispetto a quello nei maggiori paesi europei. Se nel 2000 Francia e Germania spendevano per il servizio sanitario due punti percentuali di Pil in più rispetto all’Italia (rispettivamente 7,5%, 7,7% e 5,5%), nel 2017 il divario è cresciuto a tre punti percentuali.

    Anche l’indicatore della spesa pro capite mostra il sottodimensionamento relativo di quella italiana. Nel 2017 la spesa pubblica italiana (espressa in dollari a parità di potere di acquisto) è stata pari a 2.622 dollari, ossia inferiore del 35% a quella francese (4.068 dollari) e del 45% a quella tedesca (4.869 dollari), con un divario che cresce, rispetto a quello dell’anno 2000, rispettivamente di 10 e di 15 punti percentuali.
    Lavoro nella sanità, e l'investimento dello stato in questo settore e' nel mio interesse anche professionale.
    Permettimi, però, di essere terrorizzato di fronte a un domani nel quale tutti saranno convinti che bisogna investire nella sanità, assumere, acquistare, costruire...con risultati certi dal punto di vista della spesa, ma assolutamente incerti dal punto di vista degli outcomes

    La spesa non è tutto, ma l'organizzazione e la prognammazione sono le cose più importanti

    nei piani c'erea lo spostamento di molte cronicità nel territorio, ma il territorio deve essere pronto ad accoglierle e organizzato, oltre che ben collegato con i centri di eccellenza ospedalieri...ma il discorso si fa complesso e un po' tecnico...

    per esempio la carenza più forte, nel nostro sistema, è quella degli infermieri, più ancora che dei medici...e un'altra carenza e' quella delle procedure (certi trattamenti anche banali li puo' fare esclusivamente un medico, in italia, laddove in altri paesi sono infermieristici....storia lunga)
    Ultima modifica di ABCDEF; 01/04/2020 alle 13:45 Motivo: Unione Post Automatica

  6. #1915
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    credo di si, e ho già scritto che sono convinto che , almeno a livello tecnico, il dibattito sarà acceso ma costruttivo...poi bisogna passare al livello politico...e qui di fiducia ne ho poca, non tanto nei politici, quanto negli italiani

    il problema, infatti, sarà che bisognerà fare delle scelte, e questo paese c'e' poco portato, essendo uno dei maggiori propugnatori al mondo del teorema della botte traboccante e della consorte alcolista...
    servirebbe una grande campagna informativa per far capire che avere meno ospedali ma più qualificati è un vantaggio anche per i malati...perchè è vero che uno staff che fa 1000 interventi chirurgici all'anno di un certo tipo è più qualificato di uno che, in un ospedale piccolo, ne fa 28

    solo in Abruzzo avevamo/abbiamo ospedali più o meno generalisti a Ortona, Lanciano, Atri, Guardiagrele, Popoli, Sulmona, Sant'Omero, Gissi, Vasto, Avezzano, Penne, Giulianova (e non li ho nominati tutti) oltre a quelli delle 4 province...questo modello aveva dei costi notevoli a fronte di una efficienza non sempre eccelsa

    una razionalizzazione degli ospedali (pensate solo alle utenze risparmiate passando da 10 a 4 ospedali oltre ad una marea di altri risparmi) ha senso ma ci deve essere qualche condizione a garanzia:

    -ogni ospedale maggiore deve avere accanto a sè una o più strutture residenziali (bastano mono o bilocali confortevoli) che consenta ai familiari che devono assistere il malato di alloggiare gratis o a costi simbolici nei pressi della struttura sanitaria, anche una mensa non sarebbe una cattiva idea...la maggiore distanza non può essere scaricata sulle spalle di qualche povero disgraziato

    -ogni città di un certo bacino di popolazione continui ad avere dei poli sanitari per visite specialistiche, magari a rotazione, e per interventi di primo o pronto soccorso (la popolazione psicologicamente soffre l'idea che se si sente male la devono trasportare a 30 km di distanza)

    -allestire piani per fronteggiare eventuali emergenze (terremoti, pandemie, epidemie etc.) che devono essere riverificati annualmente
    cynism is the new fascism...

  7. #1916
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    servirebbe una grande campagna informativa per far capire che avere meno ospedali ma più qualificati è un vantaggio anche per i malati...perchè è vero che uno staff che fa 1000 interventi chirurgici all'anno di un certo tipo è più qualificato di uno che, in un ospedale piccolo, ne fa 28

    solo in Abruzzo avevamo/abbiamo ospedali più o meno generalisti a Ortona, Lanciano, Atri, Guardiagrele, Popoli, Sulmona, Sant'Omero, Gissi, Vasto, Avezzano, Penne, Giulianova (e non li ho nominati tutti) oltre a quelli delle 4 province...questo modello aveva dei costi notevoli a fronte di una efficienza non sempre eccelsa

    una razionalizzazione degli ospedali (pensate solo alle utenze risparmiate passando da 10 a 4 ospedali oltre ad una marea di altri risparmi) ha senso ma ci deve essere qualche condizione a garanzia:

    -ogni ospedale maggiore deve avere accanto a sè una o più strutture residenziali (bastano mono o bilocali confortevoli) che consenta ai familiari che devono assistere il malato di alloggiare gratis o a costi simbolici nei pressi della struttura sanitaria, anche una mensa non sarebbe una cattiva idea...la maggiore distanza non può essere scaricata sulle spalle di qualche povero disgraziato

    -ogni città di un certo bacino di popolazione continui ad avere dei poli sanitari per visite specialistiche, magari a rotazione, e per interventi di primo o pronto soccorso (la popolazione psicologicamente soffre l'idea che se si sente male la devono trasportare a 30 km di distanza)

    -allestire piani per fronteggiare eventuali emergenze (terremoti, pandemie, epidemie etc.) che devono essere riverificati annualmente
    Citazione Originariamente Scritto da Fermissimo Visualizza Messaggio
    servirebbe una grande campagna informativa per far capire che avere meno ospedali ma più qualificati è un vantaggio anche per i malati...perchè è vero che uno staff che fa 1000 interventi chirurgici all'anno di un certo tipo è più qualificato di uno che, in un ospedale piccolo, ne fa 28
    Seeeeeeeee, ma li vedi i sindaci del comune di roccasecca e sangesualdo di sotto con la fascia tricolore che protestano per la chiusura dell'ostetricia al suono di :
    "i roccasecchesi devono nascere a roccaseccaaaaaaaaaa", con applausi scroscianti del popolo e deputato o senatore di zona che rassicura dicendo che andrà a roma a cantargliene 4....e ci sono poche evidenze come quelle che un reparto del genere, con meno di 500 nascite/anno, non è certo il luogo più sicuro dove partorire...per non parlare di cardiochirurgie con pochi interventi ecc. ecc.

    sulle strutture di supporto per i familiari, credo che ci si possa anche pensare...ma il modello che funziona meglio, secondo me, e' quello che prevede associazioni di medici di base, che hanno ambulatori in una parte di questi piccoli ospedali dismessi e forniscono un servizio H12 che diventa H24 se nella stessa struttura fai anche la sede della guardia medica...se poi gli metti anche qualche letto di degenza per il vecchietto che ha un bisogno di supporto respiratorio o di qualche altro tipo, oltre ad essere rassicurato, gli eviti anche il viaggio e la permanenza in un caxxo di pronto soccorso, che e' un posticino da non raccomandare per pazienti fragili.
    Ovviamente , all'interno di queste associazioni di medici di base ci dovrebbero essere alcuni medici "di speciale interesse " per patologie ricorrenti: uno che si interessa di terapia del dolore, uno di cardiologia, uno di psichiatria, uno di pneumologia, uno di malattie metaboliche...in modo da avere all'interno uno più esperto degli altri , che oltretutto dovrebbe avere anche un "filo diretto" con la struttura ospedaliera di riferimento...

    Purtroppo i medici di base non sono daccordo: ognuno va per conto suo e c'e' spazio sia per quelli bravi e lavoratori (e sono la maggioranza) che per gli ignoranti e fancaxxisti.

    Vero è anche che ormai hanno un carico burocratico che fa passare la voglia di prendere iniziative e di darsi da fare in questo senso...aggiungo che , FINALMENTE, una cartella elettronica nella quale mettere tutti gli esami e le terapie di un paziente mi sembra il minimo: quest'estate ho girato per 3 ospedali, in ognuno dei quali mi hanno fatto una TAC con mezzoi di contrasto e un'ecografia...perchè non avevano accesso alle immagini dell'esame precedente...
    c'e' molto da fare...anche coi soldi che abbiamo adesso

  8. #1917
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    Citazione Originariamente Scritto da Fermissimo Visualizza Messaggio
    ................
    -allestire piani per fronteggiare eventuali emergenze (terremoti, pandemie, epidemie etc.) che devono essere riverificati annualmente
    tipo quelli approntati per un eventuale risveglio del Vesuvio o dei Campi Flegrei, dove tutta la popolazione interessata, vale a dire un paio di milioni di persona, sà con precisione cosa dovrebbe fare e dove dovrebbe andare???!!!!
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  9. #1918
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    Citazione Originariamente Scritto da macheamico6 Visualizza Messaggio
    tipo quelli approntati per un eventuale risveglio del Vesuvio o dei Campi Flegrei, dove tutta la popolazione interessata, vale a dire un paio di milioni di persona, sà con precisione cosa dovrebbe fare e dove dovrebbe andare???!!!!
    paradossalmente quella tragedia farebbe più morti (forse) ma lascerebbe il Paese meglio in grado di sopportare economicamente il disastro
    cynism is the new fascism...

  10. #1919
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    Come sempre premettendo che mai come in questa tragedia mal comune NON è mezzo gaudio,
    predico che noi faremo la fine della SudCorea.
    Ve la ricordate come troneggiava nelle infauste classifiche alle spalle della Cina fino a circa metò Marzo?!
    Bè adesso è scesa verso il 15° posto.
    "Per quanto buia sia la notte, le stelle non si spengono.
    Per quanto dura sia la vita, i sogni non si abbandonano."


  11. #1920
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    Citazione Originariamente Scritto da macheamico6 Visualizza Messaggio
    Come sempre premettendo che mai come in questa tragedia mal comune NON è mezzo gaudio,
    predico che noi faremo la fine della SudCorea.
    Ve la ricordate come troneggiava nelle infauste classifiche alle spalle della Cina fino a circa metò Marzo?!
    Bè adesso è scesa verso il 15° posto.
    Sì, certo, prima o poi faremo la fine della SudCorea.

    Con soli 20.000 morti in più.

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