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Risultati da 121 a 130 di 328

Discussione: Cir: maxi risarcimento da Fininvest De Benedetti: sentenza fa giustizia

  1. #121
    TCP Rider Senior
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    Citazione Originariamente Scritto da alessandro2804 Visualizza Messaggio
    A parte che Berlusconi non toglie a nessuno la mondadori... la famiglia Formenton venne meno all'accordo fatto con De Benedetti perchè si accorse di aver ceduto l'azienda in cambio di niente a esclusione di una carica di vice presidente e una macchina con autista che ormai non si nega a nessuno , preferirono invece fare accordi con con Berlusconi, che offriva molto di più alla famiglia Formenton , in poche parole De Benedetti voleva fare la scalata della mondadori rastrellando azioni di qua e di là senza pagare il vero valore della mondadori....poi avviene l'intervento di un arbitrato e la sentenza che diede torto al Cir
    Mario Formenton, il presidente e azionista della casa di Segrate che nel lontano 1984 si rivolse proprio all’Ingegnere per chiedere un aiuto manageriale e finanziario dopo il malaugurato ingresso nel campo televisivo (l’acquisto di Retequattro) e con l’obbiettivo di risolvere in qualche modo la guerra corrosiva che già era scoppiata tra le famiglie Formenton e Mondadori.
    A quel tempo il gruppo editoriale presentava un bilancio particolarmente sofferente con 940 miliardi di lire di ricavi, 400 miliardi di debiti e 240 miliardi di perdite. Solo alcune alchimie contabili consentivano di ridurre il rosso del 1984 a 10 miliardi ma nessuno a quel tempo era disposto a investire una lira in un’azienda così pericolante. Tuttavia De Benedetti rispose positivamente all’appello di Formenton, insieme chiamarono Franco Tatò dalla Mannesmann per cercare di raddrizzare i conti della Mondadori, diedero mandato alla Mediobanca di Enrico Cuccia di vendere Retequattro a Berlusconi e gettarono le basi per un aumento di capitale da 60 miliardi concluso nel 1985. E quando proprio in quell’anno Leonardo Mondadori propose l’ingresso di Berlusconi nell’azionariato della Amef (la holding che controllava la casa editrice) fu Mario Formenton a imporre a sua volta la discesa in campo della Cir con una quota doppia (il 16%) rispetto a quella della Fininvest (8%). Poi la faccenda si complica. Formenton scompare nel 1987, i rapporti tra le due famiglie si inaspriscono, la Cir comincia a rastrellare azioni Amef sul mercato e nel maggio 1988, nel solco di ciò che era successo fino a quel momento, Cristina e Luca chiedono a De Benedetti di prendere in mano le redini dell’azienda. Nel far ciò firmano anche un accordo di prelazione che prevede la vendita all’ingegnere di tutte le loro azioni Amef entro il 31 gennaio 1991. Ma la controffensiva di Berlusconi comincia a dare i suoi frutti nel settembre 1989. Emissari di Luca e Cristina fanno sapere a De Benedetti che vorrebbero un coinvolgimento del Cavaliere nel controllo della casa editrice. Si avviano le trattative ma è chiaro fin da subito il cambio di campo dei Formenton che ai primi di dicembre fanno sapere di aver raggiunto un accordo con l’uomo di Arcore per la vendita delle loro azioni. A gennaio 1990 Berlusconi, che pochi mesi prima aveva detto «di non voler rimanere seduto sul sedile posteriore della Mondadori» viene nominato presidente della casa editrice e dunque, oltre a tre tv e a Il Giornale s’impossessa del gruppo editoriale che controlla Repubblica, Panorama, Espresso, Epoca e i 15 quotidiani locali della Finegil. Un’enormità, se fosse esistita un’autorità antitrust. Il punto centrale di tutta la guerra di Segrate è rappresentato dal "lodo Mondadori", l’arbitrato con cui tre giudici super partes nel giugno 1990 danno ragione a De Benedetti e al suo contratto del 1988 che gli consente di entrare in possesso delle azioni Amef a lui promesse. È a questo punto che il Cavaliere comincia a giocare pesante e insieme ai Formenton impugna il lodo di fronte alla Corte d’Appello di Roma presieduta da Antonio Valente, con Vittorio Metta giudice relatore. Il 24 gennaio 1991 la Corte annulla il lodo e la Mondadori torna nelle mani di Berlusconi ma con De Benedetti azionista importante: l’unica via d’uscita è la mediazione messa in campo da Andreotti e Ciarrapico attraverso cui il gruppo Espresso-Repubblica torna sotto il controllo dell’Ingegnere. Ma si deve arrivare al 2007, dopo diversi processi penali, perché la Corte d’Appello di Milano decida che la sentenza Metta è stata comprata da Cesare Previti che agiva per conto del Cavaliere e con denaro della Fininvest. Ora è arrivato anche il risarcimento patrimoniale già definito ingiusto dalla Fininvest che ricorrerà in appello. Per la parola fine ci vorranno dunque altri due o forse tre passaggi giudiziari ma di certo non si potrà tornare alla situazione ex ante, quella del 1989. In soli cinque anni (dal 1984) la Mondadori sotto l’ombrello De Benedetti passò da 67 a 2500 miliardi di capitalizzazione in Borsa, da 940 a 2400 miliardi di fatturato, da una perdita di 240 a un utile di 100 miliardi. Il valore della partecipazione Formenton nella Mondadori in quel periodo si moltiplicò per trenta volte ma tutto ciò non impedì quel famoso salto della barricata che ha allargato a dismisura l’impero mediatico di Berlusconi.
    Ultima modifica di Richymbler; 05/10/2009 alle 17:45

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  3. #122
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    è stato riconosciuto a conoscienza dei fatti dal giudice (al giudice della vecchia sentenza
    gli ha mollato 3 miliardi delle vecchie lire...)...punto e basta...sempre se la legge è uguale per tutti...

    se poi per qualcuno mr Silver odora di santità...allora non serve nemmeno parlarne
    Ultima modifica di Stinit; 05/10/2009 alle 17:42

  4. #123
    TCP Rider Senior L'avatar di alessandro2804
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    Citazione Originariamente Scritto da Richymbler Visualizza Messaggio
    Mario Formenton, il presidente e azionista della casa di Segrate che nel lontano 1984 si rivolse proprio all’Ingegnere per chiedere un aiuto manageriale e finanziario dopo il malaugurato ingresso nel campo televisivo (l’acquisto di Retequattro) e con l’obbiettivo di risolvere in qualche modo la guerra corrosiva che già era scoppiata tra le famiglie Formenton e Mondadori.
    A quel tempo il gruppo editoriale presentava un bilancio particolarmente sofferente con 940 miliardi di lire di ricavi, 400 miliardi di debiti e 240 miliardi di perdite. Solo alcune alchimie contabili consentivano di ridurre il rosso del 1984 a 10 miliardi ma nessuno a quel tempo era disposto a investire una lira in un’azienda così pericolante. Tuttavia De Benedetti rispose positivamente all’appello di Formenton, insieme chiamarono Franco Tatò dalla Mannesmann per cercare di raddrizzare i conti della Mondadori, diedero mandato alla Mediobanca di Enrico Cuccia di vendere Retequattro a Berlusconi e gettarono le basi per un aumento di capitale da 60 miliardi concluso nel 1985. E quando proprio in quell’anno Leonardo Mondadori propose l’ingresso di Berlusconi nell’azionariato della Amef (la holding che controllava la casa editrice) fu Mario Formenton a imporre a sua volta la discesa in campo della Cir con una quota doppia (il 16%) rispetto a quella della Fininvest (8%). Poi la faccenda si complica. Formenton scompare nel 1987, i rapporti tra le due famiglie si inaspriscono, la Cir comincia a rastrellare azioni Amef sul mercato e nel maggio 1988, nel solco di ciò che era successo fino a quel momento, Cristina e Luca chiedono a De Benedetti di prendere in mano le redini dell’azienda. Nel far ciò firmano anche un accordo di prelazione che prevede la vendita all’ingegnere di tutte le loro azioni Amef entro il 31 gennaio 1991. Ma la controffensiva di Berlusconi comincia a dare i suoi frutti nel settembre 1989. Emissari di Luca e Cristina fanno sapere a De Benedetti che vorrebbero un coinvolgimento del Cavaliere nel controllo della casa editrice. Si avviano le trattative ma è chiaro fin da subito il cambio di campo dei Formenton che ai primi di dicembre fanno sapere di aver raggiunto un accordo con l’uomo di Arcore per la vendita delle loro azioni. A gennaio 1990 Berlusconi, che pochi mesi prima aveva detto «di non voler rimanere seduto sul sedile posteriore della Mondadori» viene nominato presidente della casa editrice e dunque, oltre a tre tv e a Il Giornale s’impossessa del gruppo editoriale che controlla Repubblica, Panorama, Espresso, Epoca e i 15 quotidiani locali della Finegil. Un’enormità, se fosse esistita un’autorità antitrust. Il punto centrale di tutta la guerra di Segrate è rappresentato dal "lodo Mondadori", l’arbitrato con cui tre giudici super partes nel giugno 1990 danno ragione a De Benedetti e al suo contratto del 1988 che gli consente di entrare in possesso delle azioni Amef a lui promesse. È a questo punto che il Cavaliere comincia a giocare pesante e insieme ai Formenton impugna il lodo di fronte alla Corte d’Appello di Roma presieduta da Antonio Valente, con Vittorio Metta giudice relatore. Il 24 gennaio 1991 la Corte annulla il lodo e la Mondadori torna nelle mani di Berlusconi ma con De Benedetti azionista importante: l’unica via d’uscita è la mediazione messa in campo da Andreotti e Ciarrapico attraverso cui il gruppo Espresso-Repubblica torna sotto il controllo dell’Ingegnere. Ma si deve arrivare al 2007, dopo diversi processi penali, perché la Corte d’Appello di Milano decida che la sentenza Metta è stata comprata da Cesare Previti che agiva per conto del Cavaliere e con denaro della Fininvest. Ora è arrivato anche il risarcimento patrimoniale già definito ingiusto dalla Fininvest che ricorrerà in appello. Per la parola fine ci vorranno dunque altri due o forse tre passaggi giudiziari ma di certo non si potrà tornare alla situazione ex ante, quella del 1989. In soli cinque anni (dal 1984) la Mondadori sotto l’ombrello De Benedetti passò da 67 a 2500 miliardi di capitalizzazione in Borsa, da 940 a 2400 miliardi di fatturato, da una perdita di 240 a un utile di 100 miliardi. Il valore della partecipazione Formenton nella Mondadori in quel periodo si moltiplicò per trenta volte ma tutto ciò non impedì quel famoso salto della barricata che ha allargato a dismisura l’impero mediatico di Berlusconi.
    è normale era diventata una concentrazione editoriale , avviene sempre cosi
    il problema è che lui si sentiva il vero padrone della mondadori ma non aveva i numeri per fare lo spavaldo, visto che i Formenton nel 1989 decise di cedere i diritti di opzione del loro capitale dall'amef a Berlusconi

  5. #124
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    Citazione Originariamente Scritto da alessandro2804 Visualizza Messaggio
    è normale era diventata una concentrazione editoriale , avviene sempre cosi
    il problema è che lui si sentiva il vero padrone della mondadori ma non aveva i numeri per fare lo spavaldo, visto che i Formenton nel 1989 decise di cedere i diritti di opzione del loro capitale dall'amef a Berlusconi
    ah è normale, pareva che i Formenton con Debenedetti avessero rimediato solo l'autista...

    Ma non potevano che vendere a Debenedetti, avevano firmato un pre-contratto ma per farsi dar ragione Berlusconi si è comprato giudici e sentenza attraverso Previti l' avvocato pappa e ciccia con giudici romani con il cavaliere come unico speciale cliente.


    Comunque io ho un parere, tu hai un parere. In un paese normale la magistratura ha l'ultima parola e le sentenze si rispettano. Ma qui per evitare guai utilizzando il potere mediatico concentrato nelle sue mani si butta tutto in politica e si esclama "complotto" e i giudici ne fanno parte solo quando emettono sentenze sfavorevoli ( i pm che indagano invece complottisti lo sono per default). Questo paese è anni che è andato alla deriva per questo, questo continuo attacco alle istituzioni, quando per il cavaliere le cose sembrano mettersi al peggio.
    Ultima modifica di Richymbler; 05/10/2009 alle 18:02

  6. #125
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    ...la sentenza è stata emessa...e appare molto chiara...

  7. #126
    TCP Rider Senior L'avatar di alessandro2804
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    Citazione Originariamente Scritto da Richymbler Visualizza Messaggio
    ah è normale, pareva che i Formenton con Debenedetti avessero rimediato solo l'autista...

    Ma non potevano che vendere a Debenedetti, avevano firmato un pre-contratto ma per farsi dar ragione Berlusconi si è comprato giudici e sentenza attraverso Previti l' avvocato pappa e ciccia con giudici romani con il cavaliere come unico speciale cliente.


    Comunque io ho un parere, tu hai un parere. In un paese normale la magistratura ha l'ultima parola e le sentenze si rispettano. Ma qui per evitare guai utilizzando il potere mediatico concentrato nelle sue mani si butta tutto in politica e si esclama "complotto" e i giudici ne fanno parte solo quando emettono sentenze sfavorevoli ( i pm che indagano invece complottisti lo sono per default). Questo paese è anni che è andato alla deriva per questo, questo continuo attacco alle istituzioni, quando per il cavaliere le cose sembrano mettersi al peggio.
    Io non credo al complotto ma credo che i conflitti d'interessi riguardino tutti i poteri forti e non solo di Berlusconi, finchè non si separa politica e mercato sarà solo degrado per tutti e un arricchimento dei pochi
    Ultima modifica di alessandro2804; 05/10/2009 alle 18:09

  8. #127
    TCP Rider Senior
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    Citazione Originariamente Scritto da alessandro2804 Visualizza Messaggio
    Io non credo al complotto ma credo che i conflitti d'interessi riguardino tutti i poteri forti e non solo di Berlusconi
    Qui Alessandro non si tratta più di conflitto di interessi (che senz'altro riguarda altri, ma evidentemente non al potere) ma di riconoscere se Berlusconi sia un corruttore o meno. L'interesse in conflitto dei giudici che hanno poi giudicato il cavaliere mi sembra difficile da riconoscere se non appunto buttandola in politica come il nostro ha sempre fatto.

  9. #128
    Bannato L'avatar di Intrip
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    paese vergognoso

    in un paese normale uno come il ns pres si sarebbe già dimesso x dimostrare di essere innocente e poi eventualmente ricandidarsi,
    in italia invece + hanno rogne giudiziarie pendenti + si candidano e si fanno leggi ad personam, nel caso del nano è dal 94 che ci prova e il bello è che ci riesce pure qui da noi lo votano pure

    e chiamano pure il complotto, bevabè....

  10. #129
    TCP Rider Senior L'avatar di massimio
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    il giudice ha emesso la sentenza addebitando al berlusca la corresponsabilita' nella vicenda corruttiva.piu chiaro di cosi....e sti 4 babbei in televisione a denunciare un grave atto di sovversione...siamo al ridicolo!e ora 15 giudici del csm hanno chiesto formalmente di aprire una pratica a tutela del giudice che ha emesso la sentenza....
    come disse un tale 'IE' TUTTO DA RIFARE!!!!!!!!!!!
    che rumore fa la felicita'
    la pazienza e' la virtu' di chi non ha un caz@zo da fare
    storie di chi rimane e di chi invece lascia tutto e se ne va.....

  11. #130
    Bannato L'avatar di Intrip
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    capito xchè voleva riformare la giustizia ???
    ce n'è bisogno, ma lui voleva riformarla x se

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