Non è così che si salva un' economia,non siamo nemmeno capaci di copiare( e qui mi schifo da solo...) la Germania...sappiamo solo fottere e chiagnere,chiagnere e fottere..mi tocca concordare con (...e mi rischifo per la seconda volta..) berlusconi quando dice che siamo un paese di merda.
Che culo....... ho le gambe aperte (Cit. Bella)
Anche la bestia più feroce conosce un minimo di pietà. Ma io non ne conosco, perciò non sono una bestia. (W.S)
se i dipendenti sono produttivi non c'è nessun motivo di allarmarsi
libertà di licenziare significa opporsi ad un politica sindacale che attraverso i contratti collettivi hanno creato un elites di lavoratori meno produttivi rispetto al salario che percepiscono benefits compresi
la concorrenza è dura , sia il datore di lavoro che il lavoratore servono a vicenda quando il dipendente viene meno rovina anche il datore di lavoro
Ad esempio in Germania non c'è solo la contrattazione,c'è la compartecipazione ,culturalmente complessa , ed è il successo di molte aziende
e cmq per quelli che ci tengono a non farsi licenziare ci sono sempre i lavori pubblici
La vita è un cuoco che ha davanti un piatto con sempre nuovi ingredienti...
Ultima modifica di tbb800; 05/09/2011 alle 20:42 Motivo: UnionePost automatica
Ps: Ma chi ti ha dato il sesto casco !
Era meglio se ti davano due copertoni nuovi (sui copertoni di Titti c'è scolpito con un temperino "Anita Ama Giuseppe ma la da a Bixio").
Angelik detto Il Brillante
Bel discorso, secondo me però poco applicabile.
Mi spiego.
Un manager che prende milioni di euro l'anno è giusto non sia tutelato da un contratto collettivo in quanto:
-occcupa una posizione fortemente individualizzata;
-la sua eccezionale retribuzione gli può comunque permettere una sistemazione a vita seppure con un "single shot".
Evidentemente differente è il caso di tutti quei lavoratori ( il 99,999999% del reale) che compiono attività non REALMENTE decisionali e comunque facilmente sostituibili.
E' chiaro che in questo caso il numero fa media, quello molto bravo compensa quello che lo è meno e via dicendo.
Resta il fatto che, in una fascia retributiva che ti obbliga a lavorare per vivere, non si può pretendere che uno abbia sempre vent'anni.
Questo è più evidente per chi svolge mansioni fisiche, ma lo sarebbe REALMENTE forse addirittura di più per chi occupa posizioni che DOVREBBERO necessitare di continuo aggiornamento, impossibile poi da effettuarsi nella realtà (pensa a quanti primari ospedalieri sono legati a metodiche chirurgiche oggi da età della pietra, e a quanti top manager riescono sì e no ad accendersi il pc...).
Questo esacerbarsi della competizione intersociale produrrebbe, di fatto, solo instabilità sociale e dispotismo aziendale.
A parte il fatto che poi vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè, in tema di competizione e produttività, il 90% dei manager riesce a mantenere il posto.
Considera, comunque, che oggi nessuno CREA più posti di lavoro, semplicemente li SPOSTA.
A mio parere, invece di TOGLIERE regole, bisognerebbe AGGIUNGERLE.
A livello globale però.
Miei 2 cents.
Ottimo intervento Zuacker...
Quanto ad Alessandro2804, benché apprezzi che sia stato l'unico ad esporsi, non ci ha spiegato quale nesso ci sia tra la libertà al licenziamento (o presunta tale) con la manovra finanziaria (e con il crollo delle borse, specialmente -ieri- dei titoli bancari).
...e alla fine, l'amore che ricevi è uguale all'amore che dai!
(Lennon & McCartney)
Moto: già Bonneville 2001 "Prudence", Thunderbird 2009 "Walrus", Scrambler 2009 "Yesterday".