Ah, non ci sono? Sei venuto a fare le foto qui a Torino? Allora linkale qui, sono curioso. Anche i filmati degli scontri di piazza e dei posti di blocco selvaggi sono una mistificazione?
Stamattina nella mia zona c'erano tutti i negozi che tenevano le serrande semichiuse perché correva voce che da Via Bologna venissero a bloccare le strade e intimidire i negozianti. Poi è stato detto che invece si sono diretti in Corso Casale, non so se sia vero e non vado sicuramente a mettermi nei pasticci. C'è paura, e non per false notizie, ma perché da 3 giorni la città è in mano a facinorosi che pensano forse di raccogliere solidarietá impedendo alla gente di vivere e lavorare tranquillamente.
BUONGIORNO
11/12/2013
Serrande e libertà
MASSIMO GRAMELLINI
Perso il lavoro, una donna di ventotto anni si riorganizza l’esistenza e apre un negozio tutto suo, tra sacrifici e paure di non farcela. Poi arriva la settimana dei forconi e le cedo la parola: «Sono d’accordo con il motivo della protesta, ma non con il modo. Io non posso e non voglio chiudere. E non voglio che qualcuno mi obblighi a pensarla diversamente. Che io sia nel giusto o nel torto, potrò avere il mio pensiero? Oggi sono stata accerchiata da una ventina di uomini davanti al mio negozio: mi hanno spintonata e fatta cadere, mi hanno urlato che dovevo morire: “Ammazzate quella coniglia!” Quando mi sono rialzata e mi hanno detto “chiudi o ti spacchiamo tutto”, ho capito che la mia libertà di scelta era svanita. Le gambe mi tremavano e come una mamma con il suo bambino ho fatto la scelta più sicura. Ho chiuso le serrande. E chi veramente dovrebbe essere il bersaglio della protesta sarà a bere un cappuccino con i soldi pubblici».
Chissà se esiste, per l’umanità evoluta (?) del ventunesimo secolo, la possibilità di esprimere l’esasperazione senza la prevaricazione e la rabbia senza la violenza vigliacca che si accanisce contro i più deboli. L’unica alternativa plausibile l’hanno offerta domenica scorsa i tre milioni di votanti delle primarie democratiche, firmando l’ennesima cambiale in bianco alla classe dirigente. Ma è stata l’ultima. Se i politici non la onoreranno in fretta, prendendo consapevolezza dell’emergenza e rinunciando ai loro riti lenti e bizantini, come sempre nella storia l’ignavia della democrazia avrà prodotto i forconi su cui si isseranno le prossime dittature.