Diciamo che avendo ancora delle rendite per ora non devo intaccare il capitale e so che mi posso aspettare degli aumenti delle imposte entro un certo range. Non mi piace ovviamente la prospettiva, ma c'è ancora la possibilità che col tempo ed eventualmente una classe dirigente migliore il pressing degli organismi internazionali finisca per costringere lo stato italiano a tagliare la spesa pubblica. Se non ci fossero limiti all'indebitamento la spesa non sarebbe mai tagliata dove necessario, investimenti giusti non se ne farebbero e la tassazione non calerebbe mai, continuando a passare da un'emergenza contabile all'altra. Su un indebitamento finalizzato al rilancio dell'economia con opere di pubblica utilità si potrebbe ancora discutere ma non vedo personaggi in grado di gestire correttamente un simile business.
Comunque so più o meno dove si va a parare. Se invece ci si mettesse in mano a certi stregoni (che fortunatamente non hanno nessuna intenzione di governare ma preferiscono tirare a campare con una finta opposizione) il default sarebbe dietro l'angolo, il capitalismo del terzo millennio non perdona. Da piccolo capitalista e da persona dotata di cervello, escludo a priori questa opzione per cui mi guardo bene dal sostenere Grillo o altri fantasisti del dissenso e mi auguro che esauriscano al più presto la loro parabola. Ma da contribuente poco contento di essere spremuto non voto più l'attuale maggioranza, anche se al momento rappresenta il male minore e mostra lievi segni di evoluzione verso qualcosa di diverso.
Mi pare che il concetto sia chiaro.