a parte che non e' quello che ho detto, e a parte che il salto tecnologico, per quanto rapido, non dovrebbe richiedere ingegneri di processo in tutti i posti di lavoro domattina, quello che rilevo e' comunque una diffusa resistenza al cambiamento, che ci condanna, secondo me, ad una ulteriore perdita di competitivita'
finanziare aziende lillipuziane, ancorche' dignitosissime (non si sa mai .........) e' un problema, sarebbe molto piu' facile, per il sistema paese, finanziare realta' piu' grandi e strutturate, realta' che, peraltro, possono permettersi innovazione costosa e richiedente economie di scala importanti , sempre secondo me (e secondo parecchi altri ignoranti come me)
scusa il tono saccente![]()
1)lo studio dei pensatori nelle scatole dice il contrario...e poi l'esempio della Colussi riportato all'inizio del 3d è emblematico...investimento di x milioni di euro nelle nuove tecnologie->esubero immediato di personale per y persone (che poi al netto delle fantasie e delle chiacchiere si rivela come il vero scopo di tutta questa storia)
2)vero...ma io non condannerei chi resiste...negli anni di incul@te se ne sono prese fin troppe quando il cambiamento a chiacchiere era la panacea di tutti i mali e poi invece si rivelava portatore di un peggioramento delle condizioni di lavoro (economiche-logistiche-ecc)...la resistenza è fisiologica
3)di chi?(sembra scontato ma non lo è)
4)ma la realtà italiana è fatta di PMI ...dobbiamo farcene una ragione e lavorare su quello che abbiamo non su quello che sogniamo di avere
si e no: in che modo uno stato dovrebbe "gestire", in uno scenario di risorse finite, senza favorire alcune realta' a discapito di altre ?
facendo quello che ha fatto fin qui, e cioe' annaffiando con pochissima acqua una piantagione infinitamente grande, aspettando che la natura facesse il suo corso, o decidendo quali sono i settori da incentivare, in funzione di una visione strategica, e finanziando quelli a discapito di altri ?
abbiamo uno stato senza competenze (che si possono comunque trovare sul mercato) ma soprattutto senza palle, schiavo delle proteste di questo o quel distretto, di fronte alle quali si pone come il medico pietoso.......e di casi ce ne sono tantissimi, grandi e piccoli
ecco perche' non sono per nulla contrario a una forma di sostegno al reddito (non reddito di cittadinanza, ma qualcosa di simile a quanto fatto in altri stati europei) a discapito di forme di accanimento terapeutico di aziende zombie e decotte che tolgono sisorse a qyuelle che per aree strategiche, strategia, idee e vitalita' potrebbero beneficiare e in prospettiva rendere assai di piu'
aggiungo che il sistema dovrebbe prevedere una guida e un incentivo anche a certi corsi di studi...........ma si sa: i giovani devono seguire le loro inclinazioni, e allora ecco a voi frotte di laureati in sociologia-psicologia-scienza dell'informazione , e pochi in are tecnico scientifiche
anche in questo caso non e' SOLO il numero dei laureati /diplomati in italia, ma la qualita'
sono in totale disaccordo, virgole comprese
ma tu continua a pensare, come al solito, che:
1-non c'e' niente da fare
2-che comunque qualsiasi soluzione avvantaggia qualcuno, e quindi e' il male
3-che bisogna tornare ai bei tempi andati (che sono poi la causa dei brutti tempi a venire)
io no
Ultima modifica di ABCDEF; 26/11/2017 alle 10:08 Motivo: Unione Post Automatica
1)non è vero che non c'è niente da fare...ma quando si fanno le cose bisogna iniziare a pensare a quali effetti poi queste cose producono...e in base a quello decidere
2)tornando al 3d si parla di investimenti...l'investimento finanziato (a fondo perduto) dalla collettività ha come scopo quello di tornare indietro alla collettività in termini di posti di lavoro e quindi di reddito...se lo stesso investimento crea pochi neo assunti super qualificati e contemporaneamente moltissimi licenziamenti nella fasce meno qualificate producendo un vantaggio economico solo e unicamente all'azienda privata imho c'è un errore di fondo...se la situazione è quella tutto ciò deve finanziarsi nel mercato (il famoso mercato a te molto caro)...mercato nel quale i soldi che chiedi hanno un prezzo e soprattutto vanno restituiti...(troppo facile fare quelli che portano il mercato in pianta di mano e poi si prendono i soldi aggratisse dal pubblico)
3)mai detto...
Non inquadro quali sarebbero le aziende lillipuziane di cui parli.
Quelle microscopiche di cui parlo io non mi pare assorbano fondi pubblici togliendoli alle GRANDI IMPRESE CHE CREANO TANTA RICCHEZZA E OCCUPAZIONE (finché non si crea la situazione di "emergenza" per la quale non fanno altro che ricattare il governo con la richiesta di aiuto per scongiurare licenziamenti), le imprese di cui parlo io allo stato non chiedono e non possono chiedere nulla, semplicemente non sono considerate, abbandonate al loro destino.
quindi ci vuole qualcuno che provi a vqlutqre qualiquantitativamente scenari futuri...........rileggiti un po' piu' indietro
certo che si deve autofinanziare, ed ecco perche' industrie lillipuziane e sottocapitalizzate sono un problema
detto questo, cio' non esclude una politica dello stato che incentivi/favorisca l'investimento in settori strategici per il paese (che possono creare distretti/indotto)
ma non ho capito: lo stato deve intervenire o no, secondo te?
sui bei tempi andati , non l'hai detto esplicitamente, ma implicitamente si
parlavo in prospettiva, duncan............le piccole aziende non hanno certo beneficiato, a meno che non facessero parte di distretti con un po' di potere lobbystico, e anche anche, di facilitazioni particolari, ma dovendo evolvere, sarebbe molto difficile farlo......spero di essermi spiegato
sulle grandi imprese e relative situazioni di emergenza, sono fra quelli che le farebbe fallire senza particolari spese della collettivita', proteggendo i lavoratori con un reddito del quale parlavamo poc'anzi: se leggessi miei interventi di altri 3d e di anni addietro, vedresti che questa e' la mia idea: finanziare aziende decotte produce spesa improduttiva, e se fai i conti sarebbe stato conveniente, nei grandi numeri, pagare direttamente i lavoratori anziche lanciarsi in velleitarie imprese di riqualificazione
basterebbe guardare alitalia, tanto per fare un esempio
disclaimer per questo e ulteriori interventi: le opinioni espresse non vogliono rappresentare la verita' assoluta, ma l'opinione di chi ha lavorato e lavora in questi contesti, occupandosi anche di big data e relative decisioni strategiche e valutando investimenti e ritorni di questi. Sono ovviamente opinabili e non contengono necessariamente soluzioni a problemi complessi i quali richiederebbero analisi e relativi interventi mediamente altrettanto complessi
le generalizzazioni incluse, giocoforza, nelle opinioni, non vogliono in alcun modo fare di tutta l'erba un fascio, anche se delle analisi di sistema richiedono, per avere una minima solidita', una clusterizzazione dei casi piuttosto semplice,
Ultima modifica di ABCDEF; 26/11/2017 alle 16:34 Motivo: Unione Post Automatica
Capisco e in parte posso anche concordare ma non si possono non considerare le TANTE microscopiche imprese che ancora riescono a dare un reddito dignitoso ad altrettante famiglie, non chiedendo NULLA e portando anche denaro, seppure in quantità proporzionate all'entità della azienda, nelle casse dello Stato che, purtroppo, nella maggior parte dei casi non ne fa buon uso.
se sono piccole, portano reddito e non hanno problemi, o meglio, si stanno gia' attrezzando per il futuro fin qui oggetto della discussione, ovviamente sono fuori, e non parlavo di quelle
sul cattivo uso dei soldi dello stato, ho parlato, in parte , poco sopra
sul rispetto per quello spirito di imprenditorialita' che ha portato a quelle aziende, che una volta era assai piu' diffuso, purtroppo, credimi, e' in vetta ai miai pensieri
il problema di molte di quelle aziende, e ho assistito a decine di dibattiti sulla successione della proprieta' in aziende da molto piccole a medie, e' , da un lato il passaggio di consegne alle nuove generazioni padronali e dall'altro la scarsa capacita' di perdere il "controllo" fondendosi con altre realta' per strutture piu' forti e complesse
ma qui si apre un discorso assai complesso e, ovviamente, ho generalizzato (conosco personalmente chi ha affrontato brillantemente i due punti sopraesposti)
1)chi valuta questi scenari futuri oltre a capire la materia (sembra scontato ma non lo è) in primo luogo non deve avere un profitto da uno degli scenari possibili altrimenti sarebbe come chiedere all'oste se il suo vino è buono...
2) e 3) ripeto...lo stato imho può e deve intervenire nel momento in cui i soldi pubblici investiti (a fondo perduto e senza 1 centesimo di interessi) nel sistema produttivo italiano portano poi un aumento di posti di lavoro e quindi un aumento del reddito in circolazione...se a fronte di questo investimento si creano pochi posti super specializzati ma si perdono la maggioranza degli altri meno specializzati l'investimento "statale" non ha funzionato...in quel caso l'azienda i soldini da investire li deve cercare nel sistema bancario...che glieli presterà con viva e vibrante soddisfazione in cambio di un tot di melanz...di interessi
4)fai tutto da solo
fondersi non è la panacea di tutti i mali...
Ultima modifica di Stinit; 26/11/2017 alle 17:15