Il "fondamento del diritto acquisito", innalzato sempre a strenua difesa di ogni rimodellazione del sistema pensionistico, in Italia è la solita carta matta pescata dal polsino per chiudere a piacere ogni scala.
Non essendo esplicitamente normato in Costituzione (saggiamente, a mio avviso, per tutto ciò che non sia l'azione penale), vale a giorni ed ambiti alterni, una volta sì, una volta no.
Questo anche in tema di previdenza, vedi ad esempio i "contributi di solidarietà".
Detto questo, se vogliamo comunque ritenere il diritto acquisito come baluardo imprescindibile di civiltà, per quale diamine di motivo allora in questo paese tutti lo erigono, da decenni, a baluardo dei trattamenti previdenziali, salvo poi fregarsene bellamente e puntualmente, ogni anno, nel fare e disfare perennemente incentivi all'impresa, contrattazione di lavoro, imposizione fiscale, detrazioni...?
Perché per garantire la sicurezza a venire de "il pensionato" tutti si mobilitano ad erigere muri, mentre "il contribuente produttivo" viene condannato a vivere nella perenne incertezza di chi vede mutarsi ogni anno, e sono spesso mutazioni macroscopiche, le normative che regolano il suo vivere?
Decidiamoci.
PS.
Il mondo in cui vivo oggi è molto differente da quello in cui vivrò domani, dopodomani, dopo che sarò morto.
E' diverso da quello di ieri, è diverso da quello in cui sono nato, è estremamente diverso da quello in cui fu scritta la Costituzione.
Mi fa piacere credere che i costituenti furono abbastanza saggi da non aver sancito esplicitamente alcun principio di diritto acquisito, proprio per questi motivi.
Sta a noi decidere se morire in un passato deviato o vivere in un futuro migliore.