E non è il solo...........
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Calma..:wink_:
Le tasse non sono solo quelle che ti trattengono sulla busta paga,
ne esistono diverse altre per le quali il dipendente ha esattamente la stessa possibilità di evasione del commerciante e del libero professionista.
A iniziare dai secondi lavori svolti in nero (una pratica diffusissima ), alle ICI delle seconde case , ai contratti d'affitto non registrati, passando per il Canone Rai e molte altre, per finire con le finte detrazioni (più possibili per il lavoratore autononomo, certamente, ma non impossibili per il dipendente)
Certo per il dipendente evadere l'Irpef del reddito da lavoro dipendente è quasi impossibile, ma le tasse non sono tutte lì. Ecco perchè asserire che i dipendenti siano totalmente immuni dall'evasione non è corretto.
Certamente pagano tutta l'irpef del lavoro che svolgono (salvo che appunto siano in nero e in quel caso sono evasori come chi il lavoro glielo da) ma non è per questo detto che siano totalmente virtuosi. Ci sono un sacco di autonomi/professionisti che sono nella loro stessa condizione, basta che lavorino esclusivamente con aziende (alle quali non si può non fatturare) che la situazione diventa analoga con una serie di differenze a sfavore dell'autonomo.
Sono stato dipendente per 24 anni....e da due e mezzo sono esclusivamente con partita IVA.... fidatevi che so cosa dico. Ora pago molto di più.
Non ho secondo lavoro (non ho il tempo per farlo, come la maggior parte che fa otto o più ore al giorno), non ho seconda casa e come puoi evadere l'ici di una casa accatastata (ti beccano subito), non ho contratti in affitto in nero avendo solo la casa in cui vivo, pago a malincuore il canone Rai, e non mi risultano finte detrazioni che posso usare!
E in ultimo l'irpef la pago tutta fino all'ultimo centesimo!
Come la mettiamo?
tempo fa si discuteva di questa cosa...forse valeva in passato...oggi i "professionisti" stanno iniziando a tirare la cinghia perchè la gente se va bene li paga "a babbo morto" e se va male non li paga affatto...si sta assistendo ad una guerra al ribasso tra le partite iva dove per forza viene erosa la parte di guadagno che ci si era prefissi di darsi...e quì andare a fare "più sconto" dello stato per dar modo al cittadino comune di evadere la vedo dura...in brasile ad esempio si ha il 30% di detrazione immediata sullo scontrino...
SAN PAOLO, DOVE L'IVA NON SI EVADE
di Diego Corrado e Marco Leonardi 06.09.2011
La lotta all'evasione fiscale è tornata di attualità. Ma il modo migliore per incentivare il buon
comportamento fiscale non è tanto il controllo e la punizione quanto la compartecipazione ai profitti.
Anche per la tassa più evasa, l'Iva. Come dimostra il programma Nota Fiscal adottato a San Paolo
del Brasile: un sistema semplice, automatico e che fa leva sulla tecnologia. Mentre in Italia
l'impianto delle detrazioni dall'imponibile Irpef è complesso e oneroso per il contribuente.
Questa estate di passione per i nostri conti pubblici e di affannosa ricerca di misure di risanamento
del debito ha riportato al centro dell’attenzione il tema della lotta all’evasione fiscale. È necessario
spezzare il circolo vizioso, in cui due elementi si sostengono a vicenda: più è alta l’evasione, più
devo fare ricorso a misure dure e invasive e più incrino il rapporto tra fisco e contribuenti, facendo
venir meno ogni possibilità di cooperazione tra gli attori del sistema. In effetti, la cosa più fastidiosa
per un lavoratore autonomo è essere considerato automaticamente un evasore. E probabilmente
non è neanche utile per raccogliere più tasse. Secondo gli economisti, il modo migliore per
incentivare il buon comportamento fiscale non sia tanto il controllo e la punizione quanto piuttosto la
“compartecipazione ai profitti”. (1)
A SAN PAOLO SI FA COSÌ
Nel corso della discussione su questa manovra economica si è parlato molto di un aumento dell’Iva
(e non è ancor detto che non avvenga davvero). L’Iva è però la tassa più evasa in quanto si crea
una naturale collusione tra il venditore e il compratore ai danni del fisco: tu venditore mi fai lo sconto
sul prezzo, e io compratore non ti chiedo lo scontrino-fattura. Ma oggi esistono tecnologie di facile
adozione per limitare l’evasione dell’Iva e sono fondate sulla compartecipazione e sulla
cooperazione piuttosto che sulla punizione.
Le adotta per esempio lo stato di San Paolo in Brasile. Il programma Nota Fiscal Paulista prevede
che il cittadino registrato al programma, comunicando il proprio codice fiscale all’atto dell’acquisto di
beni, riceva il 30 per cento dell’Icms dovuto dall’esercente. (2) La somma accreditata può essere
usata dal cittadino in compensazione delle proprie imposte o bonificata direttamente sul suo conto
corrente.
Gli esercenti hanno l’obbligo di aderire al programma, che è invece una semplice facoltà per i
cittadini. Il tutto è gestito via web, ma non è necessario che l’esercente sia sempre on-line, può
trasmettere i dati periodicamente. Il software è fornito gratuitamente dalla Secretaria da Fazenda.
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Il consumatore non ha nessun obbligo di conservazione dei documenti fiscali emessi nei suoi
confronti, che saranno inviati dall’esercente e accessibili on-line in ogni momento. Lo scontrino
cartaceo è utile al consumatore solo per successiva verifica, oppure nel caso di omissione di invio
online da parte dell’esercente, per denunciarlo. Per accumulare il credito, il consumatore deve
semplicemente comunicare il suo codice fiscale al momento dell’acquisto, è necessario registrarsi
(tutto online, in pochi minuti) solo per consultare il credito accumulato e utilizzarlo. Anche i
consumatori residenti in altri stati del Brasile possono aderire al programma e accumulare crediti.
Alcuni dati (dal sito) dall’inizio del programma nel gennaio 2008 a oggi. 1 euro = 2,3 reais
Totale crediti distribuiti
Consumatori registrati
Scontrini “processati”
Esercizi registrati
R$ 3.955.311.981
11.739.586
13.666.039.167
704.683
Il programma prevede un ulteriore incentivo che si affianca alla restituzione di parte dell’Iva
incassata: la distribuzione di premi sorteggiati mensilmente tra i partecipanti; finora ne sono stati
distribuiti per 489.500.000 reais.
L’effetto combinato degli incentivi previsti dal programma ha portato a un incremento del gettito nei
primi tre anni di applicazione pari al 23,3 per cento, con punte di quasi il 40 per cento nei settori più
a rischio, come sport, tempo libero e ristoranti, secondo i dati della Secretaria da Fazenda. È un
incremento notevole se consideriamo che anche il Brasile ha sofferto, seppur meno di altri paesi,
per la crisi economica esplosa nel 2008. Secondo le stime del fisco paulista, al netto dei rimborsi,
dei premi e delle spese di pubblicità del programma, il beneficio per le casse pubbliche a fine 2010
era di circa 800 milioni di reais annui, circa 350 milioni di euro al tasso attuale. Lo stato di San
Paolo è grande quasi come l’Italia (248mila kmq), con una popolazione di 41 milioni di abitanti, e 11
milioni di consumatori registrati al programma sono davvero un numero imponente. Il Pil dello stato
di San Paolo è circa di 350 miliardi di euro, quindi il gettito aggiuntivo è lo 0,1 per cento del Pil:
come se in Italia, che ha un Pil di circa 1.500 miliardi di euro, un sistema analogo potesse
raccogliere un gettito aggiuntivo netto di premi e rimborsi di 1,5 miliardi di euro.
DUE OSTACOLI ITALIANI
In Italia esistono le detrazioni dall’imponibile Irpef di alcune spese, considerate “meritevoli” (sanità,
spese di iscrizione per l’istruzione pubblica e così via): al compratore conviene chiedere la fattura di
tali spese per dedurle in sede di dichiarazione fiscale. Per godere del beneficio, che si risolve in
minori imposte versate, è necessario indicare le spese nella dichiarazione annuale e conservarne i
giustificativi fino alla fine del periodo di accertamento (cinque anni). Molti ritengono che si debba
estendere il meccanismo, e quindi il conflitto di interessi tra venditore e compratore, a una più
ampia serie di spese per limitare l’evasione. Ma nell’impostazione italiana i principali ostacoli a
questa proposta sono due. Il primo: per le spese minute è oneroso tenere gli scontrini fino alla fine
del periodo entro il quale il fisco può rettificare la dichiarazione fiscale, come è richiesto oggi. Inoltre
per la “gestione” delle detrazioni è spesso necessario il ricorso a un professionista, con relativi costi
e fastidi, che spesso vanificano il beneficio della deduzione. Il secondo ostacolo è il “costo” per
l’erario, in termini di minori entrate: se per ogni euro raccolto lo stato ammette diciamo il 20 per
cento di detrazioni, non elimina del tutto l’incentivo a evadere e il suo gettito si riduce se il guadagno
che ricava da una minore evasione è inferiore al costo dello “sconto fiscale”.
Il primo ostacolo, come ci mostra l’esempio dello Stato di San Paolo, può essere facilmente
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eliminato attraverso il ricorso a una tecnologia ormai già sperimentata con successo in altri paesi. Il
secondo certamente va valutato, ma la percezione di un fisco che incentiva un comportamento
onesto aiuta anche nella raccolta delle tasse. Il modello brasiliano trasforma radicalmente il rapporto
fisco-cittadino, creando un controllo capillare esercitato da un esercito di volontari che si applica
ogni giorno in milioni di transazioni.
Il sistema ovviamente non cancella tout-court l’evasione. Crea però un forte disincentivo in quella
fascia di transazioni in cui il costo della collusione tra venditore e compratore (in termini di costo di
transazione, rischio, ecc.) è superiore al beneficio per il compratore. L’automatismo del beneficio,
la sua facile realizzabilità tecnica sono i principali punti di forza del programma.
Soprattutto, capovolge l’impostazione degli strumenti di lotta all’evasione cui si fa spesso ricorso nel
nostro paese, basati sull’inasprirsi dei controlli e dei criteri di calcolo presuntivi, che creano costi e
fastidi (diretti e immediati per tutti, in termini di maggiori esborsi e tempi per la compliance;
potenziali, ma gravemente iniqui, in caso di sanzioni ingiuste se non si riesce a vincere le
presunzioni contrarie pur essendo nel giusto).
Se nel futuro si aumenterà l’Iva, parte dell’aumento non potrebbe tornare automaticamente sui conti
correnti di chi si pretende lo scontrino? In Italia come a San Paolo del Brasile.
(1) John List, un famoso economista di Chicago, ha presentato alla conferenza annuale degli
economisti i risultati di un esperimento: anche la gente che lavora per le opere caritatevoli ruba
parte delle offerte (i furti ammontano a circa il 20 per cento del totale), il modo migliore per limitare i
furti non è la punizione ma la compartecipazione. I furti si riducono al 3 per cento se chi raccoglie le
offerte può tenersene il 50 per cento per ogni dollaro di offerta raccolto. Lo stesso ragionamento si
può fare applicato al fisco ed è alla base della deducibilità delle spese ritenute meritevoli (istruzione,
sanità eccetera).
(2) La “nota fiscal” è il nostro scontrino fiscale. Il programma Nota Fiscal Paulista è illustrato in
dettaglio alla pagina Secretaria da Fazenda - Governo do Estado de São Paulo, della Secretaria da Fazenda dello Stato di
San Paolo (Fazenda=Tesoro). L’Icms è una
www.lavoce.info/crea_pdf.php?tab=233&n=1002536
magari andava in giro con il GS :rolleyes: :ph34r:
Non ti capisco... sembra che tu l'abbia un po' presa sul personale.
Ho forse mai detto che tu evadi?
E , perdonami , tu sei uno, io te ne posso portare un altro che invece fa molte delle cose che ho detto. E saremmo pari.
Vale a dire che nella categoria ci sono quelli per bene, come te, e quelli per male come quello che conosco io (e dico "uno" solo per semplcità, come per semplicità indico te , che non sei certamente solo, nella categoria dei "per bene")
Ora se generalizzare è spesso sbagliato, lo è sempre sia con i professionisti sia con i dipendenti.
Il senso ultimo del post di Segy era proprio questo. Infatti nel titolo c'è la parola "anche".
Da professionsita Segy (ma anch'io) s'è forse un rotto le palle di sentirsi additato come evasore a prescindere solo perchè appartiene ad una categoria.E ha fatto notare che anche fare gli assenteisti significa frodare l'INPS ed eventualmente il proprio datore di lavoro, se poi uno è un lavativo e pure dipendente statale froda lo Stato....
Nulla di più di questo.
Forse ti sfugge che per i professionsti, partite IVa, ecc ecc si generalizza contro l'intera categoria, mentre Segy ha specificato che anche il dipendente assenteista froda lo stato.
Le due cose non sono proprio uguali, non credo che ti sfugga la differenza:wink_:
Nessuno sostiene che i dipendenti non facciano nulla o che siano dei truffatori contro la Stato, ma non credo di essere in errore se generalizzo dicendo che gli assenteisti sono dei farabutti che rubano allo Stato, ai loro colleghi e al datore di lavoro, esattamente come un professionista che evade le tasse è un farabutto che froda il connazionale e lo Stato.
non ho capito che differenza ci sia tra assenteisti statali e privati....
I privati fregano il proprio datore di lavoro e dopo 3 giorni lo Stato, gli statali fregano lo Stato fin da subito....
qui c'è qualche dato interessante:
http://www.innovazionepa.gov.it/medi...ze_feb2011.pdf
Dipendenti pubblici: 'malati immaginari' più dei privati - Magazine - Excite Italia
Come giustamente ha aggiunto Mamba nel post successivo, "l'assenteista" non esiste solo nello Stato..., ma anche nel privato,
detto cio',
non c'e' nessun dubbio sul fatto che se uno lavora poco o male e prende lo stipendio, "ruba" almeno parzialmente, del denaro che gli viene percepito per fornire il 100% delle prestazioni.
Ora premesso che, un dipendente statale (di medio livello) percepisce 1000-1200 euro al mese nette, se "ruba" un 35% dello stipendi, froda circa 400 euro al mese.... che non e' poco... ma
sono la bellezza di 4800 euro l'anno.
Moltiplicato per un 30% degli statali (siamo ottimisti:wink_:)
sono una discreta cifra....
Ma non credo ci si avvicini, neppure vagamente, all'evasione di un qualunque professionista/imprenditore disonesto.
E credo che le cifre stimate sul peso dell'evasione, parlino chiaro da sole... (stima GdF 49.2 miliardi di euro...., +18% rispetto al 2009:ph34r:)
(e non le hanno diffuse i comunisti statali....)
diciamo anche che quelli con il poso fisso da dipendente statale vivono nella certezza del futuro perchè si sentono al sicuro, anche se hanno stipendi bassi , si tratta sempre di risorse che gli permettono molte più libertà che per gli autonomi , I liberi professionisti, gli imprenditori, non possono essere sicuri del proprio futuro. Devono risparmiare molto nei tempi grassi per essere pronti nei tempi magri
A parere mio, il problema Italiano... non è che ci sono liberi professionisti disonesti e dipendenti assenteisti....
Chiunque potrebbe far parte di una o dell'altra categoria, se potesse, e se fosse nelle condizioni di farlo.
Quindi tutti della stassa pasta siamo...
Il problema è che nessuno dovrebbe poter evadere e nessuno dovrebbe poter assentarsi!
Questo sarebbe forse il rimedio, per un paese che non ha senso dello stato, spirito di appartenenza e coscienza sociale... ma solo uno squisito egoismo personale.
Da noi funziona solo la deterrenza:ph34r: da sempre....
Quelli che conosco io risparmiano nei "tempi grassi" per poter girare con la BmW, l'Audi, la porsche... facendo l'idraulico, elettricista, piastrellista etc etc.
Quando io ero ragazzino, l'idraulico aveva il fiorino, l'elettricista la punto, il piastrellista aveva la uno...
I figli li portavano in agosto, 15 giorni, a Rimini, Riccione, Viserbella....
Oggi sono tutti "imprenditori/manager" e devo avere la macchina figa, la villetta, le fighe, le vacanze alle maldive... etc etc,
Cose che ai miei tempi (nel 1980 ad esempio...) erano invidiate, ma certo non le avevano certe categorie, rispettabilissime, di lavoratori.
Chiaro che se uno si abitua al BMW e' dura pensare di pagare tutte le tasse e quindi magari tornare a girare con una semplice Fiat,Renault, Opel... etc
Io ne conosco tantissimi di "imprenditori" ....tartassati cosi':ph34r:
Voi sarete diversi di sicuro.:wink_:
A me non risultano affatto questi dati, se parli in numero percentuale di evasori, parliamone,
ma il gettito imponibile evaso e' in maggioranza al nord, non al sud, ovviamente..., (n.d.r.: i soldi non sono al sud)
Conta anche Solofra (AV) in quel distretto economico...:biggrin3::biggrin3:
E' solo una battuta... non è il mio reale pensiero, sia chiaro.:biggrin3:
L'evasione è davvero un pò dappertutto, in alcune zone però è addirittura totale per assoluta mancanza di controlli .
L'analisi quantitativa che fai potrebbe anche essere giusta ma non tieni conto di vari fattori che potrebbero sommarsi. L'assenteista e lo Sfaticato che non hanno alcun senso civico, sono anche quelli che spesso fanno il secondo lavoro in nero, che comperano merce di contrabbando, che s'arrangiano i mille e cento modo (per lo più illegali) dall'esenzione fasulla dei Ticket, ai contributi non dovuti, passando per tasse non pagate (ICI, Netteza Urbana ecc ecc) con la scusa di essere (falsamente) a basso reddito qando magari lavora i 4 in famiglia (tre in nero).
il problema non è solo di deterrenza, è di coscienza.
Che non c'è....:cry:
O.T. ....ma nella foto dell'avatar è Segy...o Zambrotta???:w00t:
Si sta parlando troppo per "luoghi comuni", l'imprenditore evasore e lo statale sfaticato sono facili bersagli per scaricare le colpe di un INTERO Paese che sta andando a rotoli......
GuardiamoCI allo specchio ed iniziamo a fare qualcosa di giusto per le generazioni FUTURE.
l'evasione fiscale c'è perchè ci sono dei meccanismi (messi lì appositamente) che lo permettono...e poi bisogna anche ricordare che c'è gente (molta gente) che evade/elude non perchè costretto ma perchè :<< ...mica ho aperto l'attività per guadagnare quanto un operaio...??>> (tipica lamentela dell'imprenditore medio) dimenticando che:
1) il solo fatto di aprire una serranda non ti pone automaticamente nella cerchia di quelli "che fanno i soldi"...
2)alcune attività rendono di più altre di meno...
3)in questa società non possiamo essere tutti partite iva...(infatti le 9000 aziende che hanno chiuso nel solo 2011 la dicono lunga su questo aspetto)
9000 aziende che hanno chiuso perchè evadevano troppo immagino....
aldilà del fatto che se una persona è assenteista o sfaticata il primo colpevole è chi lo dirige (che non sa dirigere!)...detto questo se c'è qualcuno che ha modo di lavorare A NERO bisogna anche chiedersi chi è quel datore di lavoro che gli da modo di lavorare A NERO...e come mai quel datore di lavoro ha soldi A NERO da dare alle maestranze... :wink_:
9000 aziende hanno chiuso (solo nel 2011) per molti motivi...quello principale che intacca poi inevitabilmente tutti gli altri è che non essendoci più la "moneta facile" di qualche anno fa oggi stai sul mercato solo se sei un Professionista nel tuo settore...se non lo sei semplicemente chiudi...e con te chiude la favola capitalistica nella quale l'economia era senza limiti...ovviamente senza lieto fine...
sono completamente d' accordo, il ragionamento non fà una grinzia.............
Ma è difficile far capire a chi decide di farsi un preconcetto ........che la verità non è solo quella che ci fà comodo............
poi ci sono i "tuttologi" che pontificano sui sindacati, sugli statali etc...etc...........
ma non voglio cadere nello stesso errore "al contrario" e discutere su errori di stategia del sindacato si può fare, ma forse occorrerebbe ricordare che in questo paese già si decide molto "liberamente" sulla pelle degli altri....(licenziamenti, pensioni, aumenti dei costi dei sercizi etc....)....che azzerrare il minimo di difesa sindacale può essere un arma a doppio taglio............
Beh , trovo fantastico sostenere che se uno ha un comportamento scorretto la colpa sia di chi lo dirige prima che dello scorretto stesso.
Mi viene un pò da ridere... (amaro, molto amaro).
Nelle 9000 aziende che hanno chiuso si celano molte partite Iva di lavori terziarizzati, molti piccoli imprenditori (commercianti in gran parte) che sono stati travolti dalla crisi. Non è un bel segno in un paese che della piccola e media impresa fa una bandiera.
La contrapposizione frontale che percepisco fra dipendente e professionista/ imprenditore non è una bella cosa.
Servono gli uni come gli altri (a meno che non si voglia l'imprenditore unico: Lo Stato, ma quello si chiama in un modo specifico...)
:blink:
ma scusa
...in qualsiasi Azienda (sia privata che pubblica) si sia ubicati l'organigramma aziendale è di tipo piramidale...ogni dipendente ha un capo a cui deve fare riferimento...ogni capo deve controllare il lavoro dei suoi dipendenti sia nella quantità sia nella qualità...se 1 dipendente si permette di non lavorare o di essere assenteista il suo capo NON PUO' non sapere...perchè se non lo sa o se lascia correre significa che non sta facendo bene il suo mestiere...in una azienda SANA la realtà è questa...non capisco cosa ci sia di difficile o di scorretto in questo ragionamento :blink: :dry:
tutto giustissimo ma....
la prima responsabilità di un comportamento scorretto è quella di colui che compie la scorrettezza.
A me fa sempreun pò specie quando non ci si assumono le proprie responsabilità e si cerca un qualcun altro esterno da sè cui addossarle.
Era questo il senso del mio appunto.:wink_:
Nello specifico il capo che sa non è detto che possa agire.
I vincoli sono moltissimi e se davvero si potessero isolare e neutralizzare le mele marce avremmo delle condizioni di lavoro molto diverse.
Io da dipendente nel 2000 denunciai un tentativo di corruzione da parte di un mio collega (più alto in grado ma non diretto superiore mio) nei miei confronti. Egli fu in un primo momento licenziato per giusta causa, poi visto il casino sindacale che si stava apparecchiando fu convinto ad andare in pensione con un lauto scivolo (ed eravamo in una grande azienda privata).
Fra l'altro insieme ad un'altro collega con cui avevamo fatto la denuncia passammo per altri colleghi da spie e traditori.
Con presupposti di questo tipo cosa vuoi che faccia un dirigente??
:blink: magari perchè sono calati i consumi, i mercati, perchè ci sono Professionisti che pur facendo il proprio lavoro in modo Professionale si sono trovati ad avere i clienti che chiudono bottega o spostano le produzioni all'estero, è assolutamente falso dire che se uno chiude non è un professionista.
io sono un amministrativo e ho sempre lavorato nel privato (per alcuni anni anche a patita iva, grandissimo errore di cui sto pagando,in termini di annilavorativi, le conseguenze) per redigere un bilancio con tutti i crismi mi devo anche avvalere di alcuni collaboratori.
Mettiamo il caso che mi presento un giorno in CdA con i dati (è successo realmente) e durante la discussione mi sono accorto che un dato che avevo fatto "controllare" era sbagliato.........ho chiesto scusandomi un pò di tempo per correggere um MIO errore..............se mi sognavo di dire che mi avevano consegnato un dato sbagliato e non avevo controllato il lavoro di un "subalterno"..........ci facevo una figura peggiore..........
per spiegare la "responsabilità" di chi "dirige".....................:wink_:
Anche a me è stata insegnata così la responsabilità di chi dirige e quando ho avuto subalterni mi sono sempre comportato in questo modo. Ma questo non toglie che la responsabilità prima di chi non si comporta bene sia personale, e che spesso il capo in ambito lavorativo non può fare nulla di nulla.
si e no...ci sono state molte industrie (specialmente quelle più grandi) che hanno delocalizzato mandando in rovina l'indotto e su questo hai ragione...ma io non mi riferivo tanto a quello quanto a tutta la selva di piccoli e medi professionisti (o presunti tali) che popolano questo paese...fino ai primi anni del 2000 la gente apriva una nuova attività dalla sera alla mattina anche improvvisando il mestiere...a ben guardare chi ha improvvisato è stato punito saveramente da questo cambiamento epico dell'economia...e questo la dice lunga su quanto fossero veri i tanto decantati vantaggi del capitalismo selvaggio...
credo di aver insegnato tanto, non solo tecnica contabile, ogni tanto incontro persone che hanno lavorato con me e mi ricordano la piacevole esperienza vissuta insieme, ma quando mi capitava di accorgermi che, con alcuni, qualcosa non funzionava nella trasmissione della giusta "auorevolezza"..............mi domandavo dove stavo sbagliando............:wink_: