
Originariamente Scritto da
Lady_Hawk
Sono d'accordo ma allora anche una persona che mangia animali non dovrebbe parlare.
Ci sono certe cose che sono culturali, che le abbiamo apprese da quando siamo nati ed è solo con il tempo il senso critico personale ce le fa mettere in discussione.
Quando questo avviene c'è un forte contrasto che a volte ci porta a non essere super coerenti.
Quello che è certo è che anche se uso l'aspirina o mangio carne non mi comprerò mai delle pellicce o non comprerò più (da adesso ci starò attenta) cosmetici testati su animali. Questo perchè per essere truccata o elegante non mi sembra il caso di ammazzare un altro essere vivente.
La domanda che mi viene spontanea è....è necessario fare questi test sugli animali?Ma soprattutto, sì prendo l'aspirina e non ho mai pensato una volta che dietro a quella aspirina ci fosse il sacrificio di un altro essere vivente.
Ma una volta che sono qui, lucida a parlare con te...non posso non rendermi conto che infliggo sofferenza ad un animale. Non posso che immaginarmi legata in un laboratorio con qualcuno che solo perchè è più grande e grosso mi tagliuzza qui e là dopo avermi fatto tagliare le corde vocali per non sentire le mie urla di dolore.
Ecco, io questo penso, coerente o non coerente mi viene da piangere....


Tu però hai intuito la mia velata ironia....

...immagino....
Piccole ricerche:
Vivisezione e sperimentazione dei farmaci sugli animali
VIVISEZIONE. AUMENTA IL NUMERO DI ANIMALI USATI OGNI ANNO.
NoVivisezione: Informazioni contro la vivisezione in Italia e in Europa
Foto tristissime
Crimini nascosti - Mostra fotografica sulla vivisezione
Ho trovato, espresso molto bene, il concetto mio e di Giuliana (correggimi se sbaglio):
L'antivivisezionismo etico
La parola "vivisezione" letteralmente, significa "sezionare da vivo", ma questo non avviene certo in tutti gli esperimenti compiuti sugli animali. Perciò, chi esegue questi esperimenti preferisce usare il termine, più blando, di "sperimentazione animale"; ma qualsiasi termine si usi, gli esperimenti sugli animali sono SEMPRE cruenti, la sofferenza e la violenza sono sempre presenti.
Da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione, per porre in difficoltà l'avversario, che accusa di "sentimentalismo" nei confronti degli animali, non trova di meglio che far leva, lui stesso, sul sentimentalismo e sulle emozioni, ma di verso opposto, quelle dettate dall'egoismo, dal "morte tua, vita mia". Chiedono dunque:"Ma preferite salvare un topo o un bambino?" Ma è qui che sbagliano: perché noi vogliamo salvare sia il topo che il bambino, perché non bisogna mai mettersi nelle condizioni di dover scegliere tra due mali. Al di là delle considerazioni scientifiche, secondo cui con la vivisezione non si salva né l'uno né l'altro, ocorre capire che una scienza che faccia sua la massima "il fine giustifica i mezzi" è una scienza malata, che potrà così giustificare qualsiasi atrocità, sia sugli animali non umani che sull'uomo, pur di trovare un fine abbastanza elevato per il quale abbassarsi a mezzi meschini.
Citiamo una frase, molto nota e molto vera, di un filosofo, Jeremy Bentham. Egli disse:
Il problema non è "possono ragionare?", né "possono parlare?", ma "possono soffrire?"
Perché, possiamo aggiungere, se anche un essere umano fosse sottoposto a quelle torture, non è certo il suo saper parlare o il suo saper risolvere equazioni differenziali, né il suo quoziente di intelligenza a farlo soffrire di più, o di meno. Einstein o un cerebroleso soffrirebbero allo stesso modo. E allo stesso modo soffrono gli animali, e chi è colpevole di queste sofferenze commette un orrendo crimine, in qualsiasi modo voglia giustificarsi, davanti agli altri o di fronte alla sua coscienza, sia che lo faccia credendo di "far del bene all'umanità" sia che lo faccia (come molto spesso avviene) solo per motivi di carriera e di prestigio.